Il presepe che ha trasformato un paese di Catania in una piccola capitale dell’arte siciliana

Aci Sant’Antonio, vicino Acireale, custodisce la tradizione del presepe più radicata della Sicilia, tra artigiani, casali e storia antica.

28 dicembre 2025 15:00
Il presepe che ha trasformato un paese di Catania in una piccola capitale dell’arte siciliana - Foto: Jeanne boleyn/Wikipedia
Foto: Jeanne boleyn/Wikipedia
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Dove la tradizione diventa un mestiere tramandato

Ad Aci Sant’Antonio, piccolo centro della provincia di Catania, il presepe non è solo un simbolo del Natale: è un modo di raccontare la vita quotidiana, le case di pietra, i gesti lenti dei mestieri che appartenevano ai vecchi casali delle Aci. Qui la tradizione si è radicata così profondamente da diventare quasi un’identità collettiva.
Passeggiando per il paese, soprattutto nei mesi invernali, capita spesso di incontrare botteghe dove mani esperte modellano sughero, terracotta, stoffe e colori naturali. Non c’è nulla di industriale: ogni figura nasce dal gesto di un artigiano, dal suo occhio attento a un’espressione o a un’abitudine tipica dei paesani. È un lavoro che non ha fretta, che segue ancora i ritmi del passato e che trasforma un semplice presepe in un racconto di comunità.
Aci Sant’Antonio, del resto, è uno dei più antichi casali sorti intorno alla grande area che un tempo veniva chiamata Aci, e questo legame con la storia si riflette in modo quasi spontaneo nelle ambientazioni dei presepi: vie strette, cortili di pietra lavica, balconi sporgenti, piccole botteghe che sembrano uscire da una memoria condivisa.

Un’arte che nasce da un territorio ricco di storie

Il paese è noto in tutta la Sicilia per la Mostra dei Presepi, appuntamento che ogni anno richiama appassionati, curiosi e artisti. È qui che si comprende quanto questa tradizione sia diventata un vero mestiere: i presepi non si limitano alla rappresentazione sacra, ma ricostruiscono scene del passato, spaccati di vita agricola, momenti legati all’antico territorio delle Aci.
Molti artigiani prendono ispirazione dai quartieri storici del paese, dai vecchi mulini e perfino dagli scorci più semplici delle campagne. Il presepe diventa così un modo per custodire una memoria che rischierebbe altrimenti di perdersi, una forma di narrazione che passa dai dettagli: la corteccia usata come parete, la polvere di tufo che ricrea un sentiero, la stoffa consumata che diventa un abito da pastore.
È un’arte umile e precisa, cresciuta in un luogo che ha conservato un rapporto diretto con la manualità. Qui, ancora oggi, l’artigianato non è visto come un mestiere antico, ma come una competenza viva che racconta meglio di qualsiasi libro chi fossero e chi sono gli abitanti di questo pezzo di Sicilia.

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