Il segreto svelato di una cupola blu che veglia su Trapani da più di quattro secoli
Una cupola blu, una cripta nascosta e una storia secolare: la Chiesa di Santa Maria dell’Itria è uno dei gioielli più veri di Trapani.
C’è un punto di Trapani dove il mare sembra fondersi con il cielo, e dove una cupola maiolica color turchese cattura la luce in ogni ora del giorno. È la Chiesa di Santa Maria dell’Itria, uno dei luoghi più eleganti e meno conosciuti della città, una di quelle architetture che raccontano la vera anima siciliana: discreta, ma capace di lasciare senza fiato chi la osserva con attenzione.
Un legame profondo con la storia e la città
La chiesa fu costruita nel XVII secolo su iniziativa dei Cavalieri di Malta, che avevano un forte legame con Trapani per la posizione strategica della città nel Mediterraneo. Dedicata alla Madonna dell’Itria – un titolo che deriva dal greco “Odigitria”, cioè “colei che indica la via” – la chiesa nasce come luogo di devozione e di protezione per i naviganti.
L’esterno colpisce subito: la facciata barocca, elegante e ricca di dettagli, si apre su via Garibaldi come una quinta teatrale, mentre la cupola maiolicata, visibile da lontano, riflette il sole e ricorda ai trapanesi che il mare e la fede, qui, si incontrano da secoli.
Interni che parlano di arte e silenzio
Entrando, si resta colpiti dalla luminosità degli interni. L’impianto a croce latina accoglie una navata unica arricchita da altari laterali, stucchi e tele di scuola trapanese. Sull’altare maggiore spicca un dipinto raffigurante la Madonna dell’Itria, dove la Vergine tiene in braccio Gesù Bambino e mostra con l’altra mano la via della salvezza.
Ogni dettaglio ha un significato: le decorazioni, i marmi, le cornici dorate raccontano la fede di un popolo che ha sempre visto in questa chiesa un punto di riferimento. Anche la luce, che filtra dalle finestre superiori, sembra studiata per accendere i colori e dare vita ai volti dei santi e dei cherubini.