Tra le colline di Partinico a Palermo, dove l’acqua ha cambiato il destino di un’intera valle
Il Lago Poma, tra Partinico e Palermo, è un’oasi artificiale immersa nella natura, simbolo d’ingegno e riscatto agricolo siciliano.
L’acqua che nacque dal bisogno
Nel territorio tra Partinico e Camporeale, dove la terra è sempre stata generosa ma arida, negli anni Cinquanta l’uomo decise di cambiare il corso della natura. Da quel desiderio nacque il Lago Poma, un bacino artificiale creato per raccogliere le acque del fiume Jato. Non è un lago naturale, eppure chi lo osserva per la prima volta ne rimane colpito: le colline che lo circondano, il riflesso verde delle sue acque e il silenzio del paesaggio sembrano raccontare una storia antica.
L’invaso, costruito tra il 1953 e il 1963, fu voluto per garantire acqua alle campagne e sostenere l’agricoltura di una zona che per secoli aveva dovuto fare i conti con la siccità. Con una capacità di oltre 70 milioni di metri cubi, il Lago Poma è oggi uno dei bacini idrici più importanti della Sicilia occidentale.
Un equilibrio tra uomo e natura
Col passare del tempo, quello che era nato come un progetto tecnico si è trasformato in un paesaggio vivo, amato da escursionisti, fotografi e pescatori. Oggi il Lago Poma è meta di chi cerca tranquillità e contatto con la natura. Le sue sponde sono popolate da aironi, germani reali e folaghe, e nelle acque si trovano carpe e persici, a testimoniare un equilibrio raggiunto tra opera umana e ambiente naturale.
Attorno al lago si estende una campagna rigogliosa, punteggiata di ulivi e vigneti, dove la presenza dell’acqua ha cambiato radicalmente la vita agricola e sociale della zona. L’invaso ha permesso di irrigare i terreni di Partinico e dei comuni vicini, trasformando un paesaggio secco e aspro in un piccolo polmone verde.