Al via le riprese de "U cuntu di Tatò" a Caltanissetta | Un modo originale per raccontare la storia dei carusi siciliani
Prendono il via a Caltanissetta le riprese di "U cuntu di Tatò", il cuntometraggio di Elena Silvia Marino che unisce la tradizione del cunto siciliano al cinema, per raccontare la drammatica storia dei carusi delle miniere

Prendono il via a Caltanissetta le riprese de "U cuntu di Tatò", un progetto cinematografico che unisce tradizione e innovazione. Si tratta di un "cuntometraggio", un termine coniato dalla sua produttrice Elena Silvia Marino per descrivere un'opera che fonde il "cunto", l'antico racconto orale siciliano, con il linguaggio cinematografico e che intende restituire voce ai carusi delle miniere, i giovani lavoratori sfruttati nelle viscere della terra, attraverso una narrazione intensa e coinvolgente.
Tra storia e memoria: un viaggio nelle miniere siciliane
L'ambientazione del cuntometraggio rispetta la realtà storica, con riprese tra Serra di Falco, la miniera di Apaforte e il Cimitero dei Carusi di Caltanissetta, luogo simbolo delle vittime della tragedia di Gessolungo. Il racconto segue la sorte del protagonista, Tatò, un giovane caruso, e la sua tragica fine, narrata attraverso il ritmo cadenzato delle cuntiste siciliane. Una delle scene più toccanti è la supplica della madre di Tatò per ottenere un funerale in chiesa, un privilegio negato ai carusi, poiché considerati morti senza il tempo di pentirsi.
Un progetto culturale e formativo di rilievo
Il cuntometraggio nasce da un'idea di Elena Silvia Marino, sviluppata dopo un corso con il cuntista Gaspare Balsamo e portata avanti con il supporto del regista Andrea Bianco. Alla realizzazione partecipa anche l'associazione "Abbrazzamuni" e la produzione è affidata a John Real (Giovanni Marzagalli), figura di rilievo internazionale nel panorama cinematografico e televisivo.
"U cuntu di Tatò" non sarà solo un'opera cinematografica, ma un documento storico e didattico, che verrà trasmesso in diversi istituti scolastici per sensibilizzare le nuove generazioni su una pagina drammatica della storia siciliana. Una testimonianza della cultura locale da condividere e trasmettere nel tempo.