“Terra di nessuno”: quello che sta accadendo in Sicilia ha dell’incredibile | Allarme biodiversità
Incendi, caccia illegale e fauna in pericolo: quello che succede in alcune aree siciliane preoccupa le associazioni internazionali. Ma nessuno sembra intervenire.

Sicilia, l’isola dove tutto è in pericolo e nessuno vede
C’è un luogo in Italia che vanta ecosistemi millenari, una fauna unica al mondo e paesaggi che sembrano usciti da un sogno. Ma proprio in questo scrigno naturale, qualcosa di allarmante sta accadendo.
La Sicilia, culla di biodiversità nel cuore del Mediterraneo, sta lentamente diventando un territorio senza legge. A denunciarlo sono Legambiente, LIPU e WWF, che parlano apertamente di una “terra di nessuno”, ormai sotto l’assedio del bracconaggio e degli incendi.
Le riserve naturali e i parchi, che dovrebbero essere protetti come beni sacri, vengono violati da cacciatori illegali, spesso provenienti anche dall’estero, che operano indisturbati.
Bracconieri nei parchi: la Sicilia sotto assedio
Il caso più eclatante è avvenuto di recente a Pozzallo, dove un gruppo di bracconieri maltesi è stato sorpreso con 500 kg di carne di cinghiale e 10 fucili, frutto di una battuta di caccia illegale nel ragusano.
Le associazioni ambientaliste puntano il dito contro recenti deroghe regionali, che nel tentativo di contenere la popolazione di cinghiali e daini, hanno aperto la strada a veri e propri abusi venatori.
In pratica, chiunque – anche stranieri – può introdursi in aree protette, approfittando di una normativa confusa e di controlli sempre più scarsi da parte del Corpo Forestale Regionale, ormai al collasso per scelte politiche discutibili del passato.
“Serve una scelta coraggiosa”: l’appello delle associazioni
«Gli uffici regionali competenti si limitano alla burocrazia», denunciano gli ambientalisti, mentre nel frattempo la fauna protetta viene decimata.
Le richieste sono chiare: sospensione immediata dei piani di abbattimento, più vigilanza attiva nei territori sensibili e soprattutto strategie alternative per il controllo della fauna, senza ricorrere all’uccisione indiscriminata.
La minaccia del nuovo disegno di legge nazionale
A complicare ulteriormente la situazione è l’imminente approvazione di un disegno di legge nazionale che potrebbe estendere le aree e i tempi di caccia in modo allarmante: si parla di autorizzare spari notturni, in spiaggia e persino durante il periodo di nidificazione.
Secondo Legambiente, se il provvedimento passasse, verrebbero cancellati sessant’anni di progressi nella tutela ambientale, violando persino l’articolo 9 della Costituzione, che impone allo Stato di proteggere animali e ambiente.
Il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani, ha chiesto un intervento diretto al governo: «Non lasciate che questa legge diventi realtà. È in gioco il futuro degli ecosistemi italiani e la credibilità del nostro Paese in Europa».