Una curiosità è venuta alla luce | C'è un film sconvolgente di Franco Battiato che ha incantato l'Italia intera

Franco Battiato, il genio di Milo (Catania), ha conquistato anche il cinema. Ecco come ha sorpreso i critici alla Mostra di Venezia.

A cura di Paolo Privitera
20 giugno 2025 15:00
Una curiosità è venuta alla luce | C'è un film sconvolgente di Franco Battiato che ha incantato l'Italia intera - Foto: rabendeviaregia/Wikipedia
Foto: rabendeviaregia/Wikipedia
Condividi

Un maestro non solo della musica: il lato sconosciuto di Battiato

Quando si parla di Franco Battiato, la mente corre subito alla sua musica, alle sperimentazioni elettroniche, alla spiritualità nei testi. Ma in pochi sanno che Battiato fu anche regista cinematografico. E non un dilettante: le sue opere vennero presentate alla Mostra del Cinema di Venezia, lasciando critici e spettatori sbalorditi.

Il debutto visionario: Perdutoamor

Nel 2003, Battiato debutta al cinema con “Perdutoamor”, un film autobiografico che racconta la formazione artistica di Ettore, alter ego del maestro. Girato in Sicilia, tra Catania e Milo, il film mescola musica, letteratura, ironia e dolore. Una pellicola poetica che rompe i canoni narrativi classici, tanto da meritare l’attenzione della 60ª Mostra del Cinema di Venezia.

Da Milo a Venezia: un catanese tra le stelle del Lido

Nessuno si aspettava che un “cantautore mistico” di Milo, in provincia di Catania, avrebbe messo piede sul red carpet di Venezia come regista. E invece sì: Battiato incantò pubblico e critica, senza urlare, senza spettacolo, solo con le immagini e la musica. Un successo silenzioso, come lui.

Il secondo film: Musikanten, tra Wagner e follia

Nel 2005, Battiato alza il tiro: dirige “Musikanten”, un film che immagina gli ultimi giorni di Richard Wagner. Girato in parte anche in Sicilia, il film è una riflessione visionaria e filosofica sulla morte, l’arte e la malattia mentale. Presentato anch’esso a Venezia, fu divisivo e spiazzante. Qualcuno lo definì “un capolavoro di lentezza mistica”, altri “incomprensibile”. Battiato, come sempre, non replicò.

Non un regista per caso, ma per visione

Battiato non girò film per hobby: li scrisse, li montò, li visse. La critica oggi rilegge le sue opere cinematografiche come anticipazioni di un’epoca in crisi, dense di simboli, riferimenti esoterici, e tensioni esistenziali. Il suo cinema, come la sua musica, non cercava il consenso, ma la verità interiore.

La Sicilia come set spirituale

In entrambi i film, la Sicilia e Catania emergono come sfondo vibrante e carico di energia. Le strade, i paesi dell’Etna, i cortili e i silenzi diventano parte integrante del racconto. Per Battiato, la luce e la terra siciliana erano necessarie per parlare di spiritualità, di memoria, di anima.

Il silenzio del cinema dopo la sua scomparsa

Dopo Musikanten, Battiato si ritirò dal cinema, dedicandosi nuovamente alla musica e alle arti visive. Ma il suo passaggio dietro la macchina da presa resta memorabile: in due soli film, ha lasciato un segno indelebile. I catanesi oggi lo ricordano come un genio totale, capace di attraversare ogni arte.

Curiosità

Il film Perdutoamor contiene una scena girata realmente nella casa di Milo, quella in cui Battiato visse e compose molte sue opere. Nella scena, il protagonista guarda fuori da una finestra e vede l’Etna fumante sullo sfondo. Quella non è scenografia: è il vero panorama che il maestro contemplava ogni giorno, tra silenzio, arte e vulcani.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Il Fatto di Sicilia sui social