Un luogo nascosto di Palermo che sta facendo parlare: Monte Iato e il teatro che sfida la storia

Scopri Monte Iato: l’anfiteatro greco tra le montagne vicino Palermo, un gioiello archeologico che riporta i palermitani alle origini.

A cura di Paolo Privitera
28 luglio 2025 18:00
Un luogo nascosto di Palermo che sta facendo parlare: Monte Iato e il teatro che sfida la storia - Foto: Iaitas/Wikipedia
Foto: Iaitas/Wikipedia
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Un gioiello nascosto sopra Palermo

A soli 30 km da Palermo, sorge Monte Iato, conosciuto in antico come Iaitas o Ietas: un maestoso pianoro a 852 m s.l.m., un crocevia di civiltà dalla preistoria ai Normanni. Tra le rovine spicca un anfiteatro greco scoperto negli anni ’70 dall’Università di Zurigo: un luogo spettacolare da cui, in una limpida giornata, è possibile scorgere tutta la valle del Belice fino alle prime coste palermitane . Un tesoro archeologico che restituisce ai palermitani uno specchio del loro passato greco, romano e bizantino.

Architettura e storia di un teatro tra le nuvole

Costruito alla fine del IV secolo a.C. sul modello del Teatro di Dioniso di Atene, l’anfiteatro ha una cavea semicircolare con 35 gradinate, capaci di ospitare circa 4 500 spettatori. Progettato per sfruttare il pendio naturale, conserva parte del paraskenion e strutture per lo scolo delle acque piovane. Durante l’età romana e araba, alcune aree furono abitate sopra le gradinate, testimoniando la lunga vita urbana del sito  Questo intreccio rispecchia la natura multilayer dell’identità siciliana, di cui Monte Iato è un microcosmo evocativo per i palermitani curiosi.

Monte Iato: una comunità, mille storie

L’abitato si sviluppò già a inizio I millennio a.C., con preziose ceramiche indigene, poi raffinate con importazioni greche dalla metà del VI secolo a.C. Importanti momenti storici vi si svolsero: la distruzione da parte di Federico II nel 1246, l’occupazione araba e bizantina, e la frequentazione romana letterarmente narrata da Plinio e Diodoro Siculo. Gli scavi dal 1971, ad opera delle Università di Zurigo e Innsbruck, hanno restituito al mondo antichi quartieri, l’agorà, un tempio di Afrodite e la scenografica cavea: elementi che oggi raccontano ai turisti il lontano eppure vicino passato dei palermitani.

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