Un’imperdibile rivelazione tra le mura antiche: Caccamo e la congiura che ha scosso Palermo

Scopri come il Castello di Caccamo, arroccato su uno sperone, fu teatro di congiure normanne e rapimenti, simbolo forte dei palermitani.

A cura di Paolo Privitera
31 luglio 2025 18:00
Un’imperdibile rivelazione tra le mura antiche: Caccamo e la congiura che ha scosso Palermo - Foto: trolvag/Wikipedia
Foto: trolvag/Wikipedia
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La rocca normanna che domina la valle

Il Castello di Caccamo, costruito nel XII secolo da Matteo Bonello, si erge su un dirupo di 521 m slm e sovrasta la vallata del fiume San Leonardo e l’attuale bacino della diga Rosamarina. È uno dei castelli normanni meglio conservati d’Italia. La sua imponenza è dovuta non solo alla posizione strategica, ma anche all’architettura mediaevale tradizionale, con mura merlate, torri e un intricato dedalo di stanze, corridoi e fosse difensive che han resistito a secoli di guerra, carestie e terremoti .

La Congiura contro re Guglielmo I e il "fantasma di Bonello"

Il cuore del castello è la famigerata “Sala della Congiura”, dove nel 1160 Matteo Bonello – insieme ad altri baroni siciliani – progettò la caduta del re Guglielmo I Il Malo. Il tentativo fallì sul nascere, il re rientrò a Palermo e Bonello fu catturato, torturato e mutilato proprio all’interno delle mura del suo maniero. Ancora oggi, secondo leggende locali, il suo spirito tormentato si aggirerebbe tra le mura, lamentandosi nei corridoi più nascosti con un lamento notturno dai toni cupi.

Una fortezza inespugnabile e un rifugio di potere

Il castello vantò una robusta difesa: sette cisterne, grandi magazzini e persino un mulino a vento interno garantivano la sopravvivenza in caso d’assedio. Non venne mai conquistato militarmente, ma subì crolli nel 1923 e nel 1813 perse la Torre Mastra. Dopo alterne vicende passò prima ai De Spuches, poi, nel 1963, alla Regione Siciliana. Dal 1974 cominciò un esteso restauro che ha trasformato l’edificio in un museo delle armi antiche (MAAC) e sede di eventi culturali.

Un'icona per i palermitani e i visitatori

Oggi il castello è un simbolo identitario palpabile per i palermitani e gli abitanti della provincia: non solo meta turistica, ma anche location per matrimoni, concerti e conferenze. Il suo fascino risiede nell’armonia tra la pietra scolpita e la natura, tra il mistero medievale e uno specchio d’acqua moderno, la diga Rosamarina. Le sale interne, con pavimenti a mosaico e soffitti lignei, testimoni dell’epoca chiaramontana e barocca, offrono un viaggio nel tempo, un’esperienza sensoriale per ogni visitatore curioso.

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