Cosa c’è dietro questa meraviglia dimenticata, Valdisavoia e l'incredibile sotterraneo sotto i suoi piedi
Scopri Palazzo Valdisavoia a Catania, capolavoro barocco in via Vittorio Emanuele: storia, saloni e una curiosità sorprendente!

Tesoro barocco in piena Catania
Nel cuore pulsante del centro storico di Catania, lungo l'elegante via Vittorio Emanuele II, si erge Palazzo Valdisavoia, una meraviglia barocca che molti catanesi ignorano, ma che merita di essere riscoperta. Dopo il devastante terremoto del 1693, il palazzo fu ricostruito con grande sfarzo a partire dal 1702, su progetto degli architetti Alonzo di Benedetto e Giuseppe Longobardo, figure fondamentali della ricostruzione post-sisma della città. L’edificio fu commissionato dalla nobile famiglia Valdisavoia, esponenti dell’aristocrazia isolana, i cui membri avevano un ruolo chiave nella vita pubblica e religiosa della Catania settecentesca.
All’interno del palazzo si trova un Piano Nobile di grande eleganza: soffitti lignei a cassettoni, affreschi allegorici di gusto tardo-barocco, stucchi dorati e pavimenti in maiolica e marmo policromo testimoniano il livello altissimo di maestranze locali. Alcuni studiosi parlano di influenze romane e napoletane, rese uniche dall’uso della pietra lavica locale, elemento distintivo dell’architettura catanese. Malgrado le modifiche successive, il palazzo mantiene intatto il suo fascino nobiliare, con prospetto articolato, finestre timpanate e un portale riccamente decorato. Un vero scrigno barocco nascosto nella quotidianità urbana.
Evoluzione, stile e vita nobile
Nel corso del XIX secolo, Palazzo Valdisavoia cambiò radicalmente volto. Nel 1866, su progetto dell’ingegnere Mario Di Stefano, vennero effettuate modifiche strutturali e stilistiche importanti: venne realizzato un imponente Scalone Monumentale in marmo, ispirato ai modelli neoclassici romani, e fu aggiunto un piano borghese superiore. Inoltre, fu rialzata l’intera facciata per allineare l’edificio al nuovo assetto urbanistico di via Vittorio Emanuele, sfruttando la pietra bianca di Siracusa per armonizzarla con altri palazzi signorili.
Durante la sua lunga storia, il palazzo fu sede del Convitto Agrario, di uffici commerciali, e persino del Consolato Britannico durante la fine dell’Ottocento, quando Catania si apriva al commercio internazionale. Oggi, pur trasformato in residenza privata, conserva all’interno arredi d’epoca, camini monumentali e un interessante archivio storico. La sua facciata giallo-ocra, i balconi in ferro battuto e gli stemmi scolpiti raccontano ancora la grandezza di un’epoca d’oro per l’architettura nobiliare della città.
Nascosto sotto i piedi: i sotterranei segreti
Uno degli aspetti più affascinanti del Palazzo Valdisavoia, che pochi catanesi conoscono, è la presenza di un sistema di sotterranei che si estende sotto l’edificio e che, secondo alcune fonti locali, si collegherebbe ai tratti ancora accessibili del Teatro Romano e ai corsi antichi del fiume Amenano. Questi ambienti ipogei, costruiti con volte a crociera e archi gotico-catalani, venivano in origine usati come lavanderie, cucine e locali di servizio.
Nel corso dei secoli, questi sotterranei divennero depositi, rifugi e rifugiati durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale. Tutt’oggi, vi si raccontano storie di passaggi murati, di acque sotterranee che scorrono ancora, e di ambienti dove alcuni testimoni parlano persino di antichi affreschi in fase di degrado. Sono spazi chiusi al pubblico, ma che alimentano l’immaginario urbano e meritano di essere studiati e, forse, recuperati per la città.