Il geologo che ha sorpreso il mondo: era catanese, decifrò eruzioni e traccio crateri
Scopri Orazio Silvestri, geologo dell’Etna a Catania: decifrò le eruzioni e tracciò i crateri!

Dalla Firenze accademica al cuore dell’Etna
Nato a Firenze nel 1835, Orazio Silvestri fu uno dei più brillanti naturalisti e geologi del XIX secolo. Dopo essersi formato nei migliori ambienti accademici della capitale toscana, giunse a Catania nel 1863 in qualità di professore di chimica generale, presso l’allora Regio Istituto di Studi Superiori. La sua passione per i fenomeni vulcanici si accese immediatamente all’arrivo in Sicilia, trovandosi di fronte all’Etna, laboratorio naturale a cielo aperto.
Dal 1865 al 1886, Silvestri si dedicò in modo sistematico all’osservazione diretta delle eruzioni, scalando il vulcano, analizzando i materiali eruttati e annotando ogni variazione del terreno. Tra le eruzioni che studiò sul campo, quelle del 1865, 1879 e 1886 furono fondamentali per comprendere il comportamento dei condotti secondari e delle bocche laterali, all’epoca poco studiati. Proprio grazie alla sua dedizione, l’Università di Catania divenne un polo d’eccellenza per la geologia e la vulcanologia, attirando studiosi da tutta Europa.
Il disegno come strumento di scienza
Orazio Silvestri non si limitava alla mera osservazione: fu anche un eccellente disegnatore scientifico. In un’epoca priva di strumenti digitali e fotografie a lunga esposizione, tracciava mappe geologiche e profili stratigrafici dell’Etna interamente a mano, con un livello di dettaglio e precisione tale da risultare ancora oggi di riferimento per i vulcanologi contemporanei (fonte).
Nel 1879, fu incaricato dal Ministero dell’Istruzione e dell’Agricoltura di presiedere la prima commissione nazionale per lo studio di un’eruzione etnea. Il suo approccio fu rivoluzionario: registrò ogni evento con rigore metodologico, descrisse l’evoluzione della colata e formulò ipotesi sul comportamento del magma. Con lui nasce l’idea che il vulcano non sia solo una minaccia da temere, ma un fenomeno da monitorare e comprendere, gettando le basi per quella che oggi è la protezione civile moderna legata ai rischi vulcanici in Sicilia.
L’eredità e il ricordo dei crateri
Silvestri morì il 29 agosto 1890, lasciando un’eredità scientifica di valore incalcolabile. In suo onore, il Club Alpino Italiano e la città di Catania gli dedicarono i Monti Silvestri, due spettacolari coni piroclastici nati dall’eruzione del 1892 a circa 1 900 m di altitudine sul versante sud dell’Etna.
Ma non è tutto: a lui si deve anche la progettazione di un primo osservatorio vulcanologico permanente sull’Etna, situato a oltre 2 900 m sul livello del mare, nei pressi del cratere centrale. Fu uno dei primissimi tentativi al mondo di installare una stazione scientifica fissa su un vulcano attivo, un’intuizione straordinaria per l’epoca. Inoltre, Silvestri lasciò una ricchissima collezione di rocce, cristalli e campioni di lava, oggi custodita nel Museo di Mineralogia dell’Università di Catania, visitabile su richiesta e oggetto di studio per geologi di tutto il mondo.