Il posto che sta stupendo i visitatori: la Sicilia che nessuno ha mai visto, raccontata da un museo messinese
Scopri il Museo Nello Cassata a Barcellona: 20.000 reperti, botteghe artigiane, scrittori, macchine da scrivere e tradizione viva.

Il Museo Etnostorico Nello Cassata: un Tesoro per la tua Cultura
Ti presento il Museo Etnostorico “Nello Cassata” di Barcellona Pozzo di Gotto, uno scrigno che conserva 20.000 oggetti della tradizione siciliana, in un’antica masseria del tardo Ottocento. Con i suoi 45 laboratori artigianali ricostruiti, qui rivive la cultura materiale di un tempo: dalla produzione del formaggio ai ferri agricoli, dai torchi in quercia ai carratori, fino alle prime macchine da scrivere e strumenti navali.
Gestito da Oikos, istituto no‑profit, il museo impiega circa trenta collaboratori e si sviluppa attorno alla storica Casa di Manno, con un suggestivo atrio lastricato in pietra locale e un giardino di piante mediterranee. Tra i pezzi più affascinanti, spiccano un torchio millenario in quercia, utensili domestici come la prima lavatrice manuale e una macchina di Marconi per trasmissioni senza fili.
L’Arte del Fare: Storia e Esperienza Vivente
All’interno del museo, le botteghe artigiane riproducono interi cicli produttivi: il carradore, il torchio, la stampa tipografica, fino alla sezione dedicata alla tecnologia d’epoca—strumenti di scrittura e calcolo, fonografi, lanterne magiche, meccanismi bellici e strumenti musicali.
Questo non è solo un luogo dove si osserva, ma dove si sperimenta: puoi toccare attrezzi restaurati e funzionanti e ammirare da vicino la cultura materiale diffusa popolarmente in Sicilia, in linea con la tradizione antropologica di Giuseppe Pitrè.
Il museo ospita inoltre una biblioteca specializzata, laboratori di restauro, eventi culturali, visite didattiche gratuite e spettacoli tradizionali (cantastorie, teatro dei pupi, ecc.) gestiti dall’Istituto Oikos.
Curiosità
Una curiosità sorprendente: tra i circa 3.000 pezzi esposti, è presente una macchina da scrivere Blickensderfer del 1880, con tampone inchiostratore, una delle prime tipografie portatili mai realizzate. Questo esemplare permetteva ai giornalisti dell’epoca di scrivere articoli sul campo, rivoluzionando il modo di comunicare—un'anticipazione della portabilità che avrebbe segnato la storia della scrittura.