Palermo ebbe un comune che fu anche una Repubblica Popolare, ecco quale e come si chiama

Scopri Piana degli Albanesi, borgo palermitano unico: storia antica, rito arbëreshë, cannoli leggendari e curiosità sorprendenti.

A cura di Paolo Privitera
08 agosto 2025 21:00
Palermo ebbe un comune che fu anche una Repubblica Popolare, ecco quale e come si chiama - Foto: Ziegler175/Wikipedia
Foto: Ziegler175/Wikipedia
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Storia millenaria e identità Arbëreshë

Piana degli Albanesi, a soli 24 km da Palermo, è un cuore pulsante di cultura albanese in Sicilia: fondata nel 1488 da rifugiati arbëreshë in fuga dagli Ottomani, ha mantenuto intatte lingua, rito greco‑bizantino, costumi e tradizioni. Oggi è sede dell’Eparchia italo‑albanese e punto di riferimento per tutte le comunità arbëreshë dell’isola. Il suo patrimonio, dalla scuola in albanese del XVI secolo alle chiese storiche, racconta un’Italia plurale rimasta ferma nel tempo.

Il cannolo “leggendario” dei palermitani

Se cerchi un motivo per visitare Piana, i suoi cannoli sono superstar. Preparati artigianalmente con ricotta di pecora locale, scorza croccante e impasto che segue una ricetta originale tramandata da generazioni. All’Extrabar Nicola e Luca Petta mantengono viva la tradizione: impastano a mano, friggono a 180 °C e farciscono al momento, garantendo fragranza perfetta. Il cannolo è così buono che è diventato simbolo del borgo e motivo di turismo dolce e… internazionale.

 Lago, monte e rito bizantino: un territorio vivo

Il borgo si affaccia su un suggestivo lago artificiale, tra i più antichi di Sicilia, realizzato tra il 1920 e il 1923 per alimentare la centrale idroelettrica di Casuzze. Il paesaggio circostante, con Monte Pizzuta e la flora tipica mediterranea, è inserito in un’oasi WWF piena di flora e fauna (falchi pellegrini, volpi, folaghe). Da maggio ad agosto, pellegrini arbëreshë si arrampicano fino alla chiesa della Madonna Odigitria sul versante nord di Pizzuta, cantando l’antico canto “O’ e bukurà Morè” rivolto idealmente all’Albania.

Rito, museo e memoria: la tradizione non muore

Durante la Settimana Santa, Piana si tinge di sacro: l’eparca, i papàs e la comunità intonano canti bizantini in greco antico e arberisht, un patrimonio riconosciuto dall’UNESCO. Il Museo civico Nicola Barbato preserva costumi tradizionali, oggetti contadini e documenti sulla strage di Portella della Ginestra, mentre nelle chiese barocche‑bizantine, affreschi di Pietro Novelli ricordano la fusione di due mondi 

Curiosità

Piana degli Albanesi fu anche una Repubblica Popolare, autonoma per 50 giorni nel 1944‑45, prima della nascita dell’Italia repubblicana: un atto di ribellione che oggi è parte del suo mito.

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