Un angolo della Sicilia che nessuno conosceva: I “Bottoni” dell’Etna, un’attrazione inaspettata

Scopri i Monti Sartorius, i coni "bottoni" dell’Etna nati nel 1865: un tesoro lavico che i catanesi devono assolutamente esplorare!

A cura di Paolo Privitera
05 agosto 2025 15:00
Un angolo della Sicilia che nessuno conosceva: I “Bottoni” dell’Etna, un’attrazione inaspettata - Foto: Archeo/Wikipedia
Foto: Archeo/Wikipedia
Condividi

Nascita dei bottoni lavici

I Monti Sartorius sono una spettacolare sequenza di sette coni piroclastici formatisi durante l’eruzione laterale dell’Etna del 1865, che si sviluppò tra gennaio e giugno sul versante nord-orientale del vulcano. L’attività vulcanica si concentrò lungo una frattura eruttiva lunga circa 400 metri, da cui emersero fontane di lava, alte fino a 200 metri, che furono visibili persino da Catania, generando notti infuocate e visioni impressionanti per i catanesi dell’epoca. Il paesaggio generato fu così peculiare da guadagnarsi il soprannome di “bottoniera dell’Etna”, proprio per la disposizione ravvicinata e regolare dei crateri, che ricordano i bottoni cuciti su una giacca.

La lava emessa, di tipo basaltico, scorreva lungo le pendici senza mai raggiungere i centri abitati, ma lasciando un'impronta permanente nel paesaggio vulcanico. L’eruzione è considerata monogenetica, ovvero avvenuta in un solo evento, e rappresenta oggi un raro esempio ben conservato di questo tipo di attività eruttiva. I Monti Sartorius sono, infatti, un laboratorio a cielo aperto, utilizzato da geologi, naturalisti e studenti per osservare processi vulcanici ben definiti e ancora perfettamente leggibili sul terreno.

Geologia e botanica ad alta quota

Oggi l’area dei Monti Sartorius è inserita nel Parco dell’Etna, riconosciuto come Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO dal 2013, e rappresenta una delle mete più accessibili e affascinanti del versante nord-est. Il percorso si snoda tra 1 700 e 1 660 metri di altitudine, immerso in un contesto paesaggistico di rara bellezza. I coni piroclastici sono composti principalmente da lapilli e scorie vulcaniche, materiali espulsi ad alta temperatura e solidificati rapidamente all’aria, che hanno modellato il terreno in modo irregolare e suggestivo, plasmato dal vento, dalle piogge e dalle condizioni orografiche locali.

Ciò che rende i Monti Sartorius ancora più unici è la presenza della betulla dell’Etna (Betula aetnensis), una specie endemica che cresce esclusivamente sul vulcano attivo più alto d’Europa. Questi alberi, dalle foglie cuoriformi e dalla corteccia chiara, si sono adattati a condizioni climatiche estreme e suoli lavici, offrendo un raro spettacolo botanico che non ha eguali nel bacino del Mediterraneo. Il contrasto tra il nero delle scorie e il bianco delle betulle rende il paesaggio quasi nordico, pur essendo immersi nella Sicilia orientale.

Passeggiate e cultura

Il sentiero naturalistico dei Monti Sartorius è lungo circa 3 chilometri e forma un anello ben segnalato, adatto anche a famiglie con bambini o a chi desidera vivere un’esperienza immersiva nella natura senza particolari difficoltà tecniche. Il percorso è frequentato tutto l’anno, ma offre il meglio di sé in primavera e autunno, quando i colori del sottobosco e della vegetazione etnea esplodono in toni accesi. Gli osservatori panoramici naturali presenti lungo il cammino permettono di godere di vedute mozzafiato sull’Etna fumante, sul Mar Ionio e sulle cime dei Nebrodi e dei Peloritani, offrendo una cornice paesaggistica completa e sorprendente.

Il nome “Sartorius” è un omaggio al geologo tedesco Wolfgang Sartorius von Waltershausen, uno dei primi scienziati europei a mappare in modo sistematico l’Etna nel XIX secolo. I suoi studi pionieristici, durati quasi 20 anni, gettarono le basi della moderna vulcanologia e fecero conoscere l’Etna in tutta Europa come un luogo chiave per lo studio dei fenomeni geologici. Oggi, il tracciato è meta di scolaresche, trekking guidati e turisti catanesi e internazionali, che scoprono qui un volto dell’Etna meno violento e più contemplativo.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Segui Il Fatto di Sicilia