Un colpo di scena che sorprende tutti, il Castello di Augusta e la sua storia dimenticata per secoli
Rinasce il Castello Svevo di Augusta: un impero federiciano, carcere oscuro, ora destinato a museo. Scopri la rinascita dal passato.

Il Castello Svevo di Augusta: ritorno dal silenzio dopo 800 anni
Nel cuore antico di Augusta, di fronte al mare, sorge il maestoso Castello Svevo, voluto da Federico II di Svevia nel 1232 e completato nel 1242, costruito su una precedente torre normanna. Questa struttura imponente, con mura spesse oltre 2,6 m e forma quadrata (62 m per lato), con otto torri—quattro quadrate e due poligonali—è sopravvissuta a secoli di dominazioni, cambi di destinazione e persino a un carcere fino al 1978.
Pur caduto in rovina a causa dell’erosione marina e incuria delle istituzioni, il castello è oggi sottoposto a un sequestrato dalla Procura nel 2016 e affidato alla Soprintendenza di Siracusa con progetti concreti di restauro per farlo rinascere come spazio culturale aperto al pubblico.
Una fortezza federiciana dal cuore mediterraneo
Questo maniero non era solo un avamposto militare, ma un punto strategico all’interno di una rete difensiva lungo la costa orientale, insieme ai castelli di Catania, Siracusa, Gela e Milazzo, utile a proteggere l’Impero dagli attacchi via mare. Venne assediato dagli angioini, modificato dagli aragonesi e arricchito nel Seicento con bastioni spagnoli, alle volte trasformato in cornice di carcere e, nel Novecento, in sede della polizia.
Il suo interno, con volte a crociera e grandi arcate gotiche originarie del periodo federiciano, racconta secoli di storia stratificata nei materiali—dall’arenaria giuggiulena fino al rivellino spagnolo—e nei segni lasciati dalla peste del 1693 e dai conflitti ottocenteschi.
Curiosità: carcere di “nessuna speranza”
Tra le curiosità reali e documentate, c’è la storia della sua destinazione a carcere di massima sicurezza fino al 1978. All’interno del maniero, prigionieri condannati all’ergastolo erano rinchiusi nelle celle sovrastanti il portico, spesso senza alcuna speranza di redenzione—da qui l’appellativo di “u Carciri” tra gli abitanti locali.
Oggi, il richiamo delle associazioni locali, dell’Associazione Italia Nostra e della Procura di Siracusa ha richiamato l’attenzione dell’UE e della Regione per avviare un progetto ambizioso: trasformare il Castello Svevo in un museo-laboratorio aperto ai cittadini, capace di valorizzare tre periodi storici (Federiciano, Spagnolo, Carcerario) in un unico percorso emozionale.