Un dolce che ha fatto impazzire l’Europa, la storia di Francesco Procopio e il dessert che cambiò tutto

Il gelato palermitano di Procopio dei Coltelli incantò Luigi XIV e divenne simbolo di lusso europeo. Scopri la sua vera, incredibile storia.

A cura di Paolo Privitera
07 agosto 2025 21:00
Un dolce che ha fatto impazzire l’Europa, la storia di Francesco Procopio e il dessert che cambiò tutto - Foto: Sconosciuto/Wikipedia
Foto: Sconosciuto/Wikipedia
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Dalla Conca d’Oro a Versailles: il viaggio epico del gelato palermitano

Se oggi gustare un gelato è un piacere quotidiano, dobbiamo ringraziare un genio palermitano del Seicento: Francesco Procopio dei Coltelli, nato a Palermo intorno al 1651. Procopio, discendente da una famiglia di pescatori e appassionato di meccanica, perfezionò un’antica macchina per fare il sorbetto, riuscendo per la prima volta a rendere il ghiaccio morbido, vellutato e dolce come crema. Questo dettaglio tecnico, oggi dato per scontato, all’epoca fu una rivoluzione sensoriale.

La leggenda (fondata su testimonianze reali) narra che Procopio lasciò Palermo portando con sé la sua macchina del freddo e approdò a Parigi, dove aprì nel 1686 il leggendario Café Procope. Non un semplice locale: un tempio dell’intelligenza europea, frequentato da Voltaire, Rousseau, Diderot e perfino da Robespierre. E cosa si serviva? Gelato. Quel gelato.

La sua ricetta, a base di zucchero, neve dell’Etna, aromi naturali e frutta di Sicilia, divenne presto il dessert più richiesto di tutta la corte francese. Luigi XIV pare ne andasse ghiotto, e secondo alcune cronache nessun banchetto reale era completo senza le "glaces siciliennes" di Procopio. Il suo successo fu tale che ottenne perfino un'esclusiva reale dal Re Sole in persona, che gli garantiva l’esclusività nella produzione e vendita di gelati a Parigi.

La conquista culturale di un palermitano che cambiò l’Europa col freddo

Non si trattava solo di dolci: il gelato era un atto di prestigio, un oggetto di culto, una “moda” che Procopio riuscì a trasformare in rivoluzione gastronomica. Palermo era nel cuore della sua arte: i suoi gelati profumavano di gelsomino, limoni, pistacchi di Bronte e acqua di zagara, ingredienti intrisi di Sicilia. Ogni cucchiaiata era un viaggio nella Conca d’Oro.

Il “caffè letterario” inventato da Procopio non aveva precedenti: fu il primo locale europeo a mischiare cultura, politica, gelato e arte. Fu un epicentro del pensiero illuminista – ma a muoverlo fu l’idea di un palermitano, figlio del sole e del mare, armato di cucchiaio e genio. E oggi? A Parigi il Procope esiste ancora, e celebra il suo fondatore come “l’inventore del gelato moderno”. A Palermo invece una targa in via dei Biscottari ne ricorda l’origine, anche se troppi ancora ignorano questa straordinaria eredità.

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