Un volto che ha raccontato una storia nascosta, il ritratto rinascimentale palermitano che ha lasciato senza parole

Scopri l’Annunciata di Antonello a Palermo: un capolavoro rinascimentale che catturò l’anima dei palermitani!

A cura di Paolo Privitera
12 agosto 2025 21:00
Un volto che ha raccontato una storia nascosta, il ritratto rinascimentale palermitano che ha lasciato senza parole - Foto: Antonello da Messina/Wikipedia
Foto: Antonello da Messina/Wikipedia
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Il Capolavoro Ritrovato

L’Annunciata di Antonello da Messina, realizzata intorno al 1475–76, è uno dei gioielli custoditi nella Galleria Regionale della Sicilia a Palazzo Abatellis, nel cuore di Palermo.
Il dipinto, olio su tavola (45 × 34,5 cm), ritrae la Vergine nel momento in cui riceve l’Annuncio, catturata in una posa quasi plastica: la mano destra trattenuta, lo sguardo assorto e il manto che disegna linee geometriche perfette. È un’opera di profondo realismo psicologico, frutto dell’arte fiamminga filtrata attraverso l’estro italiano.
Palermitani e visitatori restano incantati dal suo volto magnetico, illuminato da una luce radente che crea un effetto quasi teatrale.

Un Mistero Svelato Dopo Secoli

Per secoli, l’opera rimase nell’ombra: la prima citazione ufficiale risale al 1866, quando il prelato palermitano Gioacchino Di Marzo identificò l’Annunciata a Venezia, in una collezione privata, erroneamente attribuita a Dürer.
Nel 1907 la tavola fu donata al Museo Nazionale di Palermo dagli eredi del proprietario originario, monsignor Vincenzo Di Giovanni, e trasferita successivamente a Palazzo Abatellis. Le analisi condotte da Enrico Brunelli confermarono nel 1906–07 l’attribuzione ad Antonello.
Il pieno recupero del capolavoro, tra cultura palermitana e passione artistica, ha restituito alla città un fiore raro del Rinascimento, finalmente fiorito sotto la luce del Mediterraneo.

Tecnica, Iconografia e Studi Moderni

L’uso dell’olio su tavola e la luce radente richiamano la scuola fiamminga – in particolare Petrus Christus – ma la volumetria della figura e la geometria della composizione ne fanno un capolavoro italiano.
Studi recenti di Salvatore Lentini hanno messo in luce possibili restauri ottocenteschi, come la rimozione dell’aureola e di altre lacune, e ipotizzano una firma coperta del copista Aloisio Luigi Pizzillo, elemento che alimenta l’intrigo sull’autenticità.
Si è inoltre ipotizzato che il modello fosse Santa Eustochia Calafato, nativa di Messina, ripresa dal gruppo di ricerca guidato da Giovanni Taormina.
Insomma, dietro quella calma apparente si nasconde un mondo di segreti, restauri, ipotesi e scoperte che ne fanno un’opera viva, continuamente riscoperta.

Perché è Capolavoro Evergreen

  • È un tesoro stabile di arte rinascimentale, senza tempo né moda.
  • Palermo ne è fiera vetrina, richiamando culture e turisti.
  • Il mistero intorno all’autenticità e al restauro rende il dipinto sempre oggetto di studio e dibattito.
  • Il contrasto tra tecnica fiamminga e sensibilità italiana genera fascino puro e duraturo.

Curiosità

L’Annunciata è una delle pochissime “Annunciazioni” in cui l’angelo non è raffigurato, ma la sua presenza si percepisce: il vento che solleva le pagine del libro, il pugno della mano destra che sembra frenare qualcuno e lo sguardo sospeso della Vergine sono segni del messaggero invisibile.

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