Una storia che pochi conoscono, la Funivia dell'Etna e l'inaspettato viaggio nel tempo

Scopri la Funivia dell’Etna: inaugurata nel ’66, distrutta da eruzioni e sempre ricostruita con orgoglio!

A cura di Paolo Privitera
02 agosto 2025 15:00
Una storia che pochi conoscono, la Funivia dell'Etna e l'inaspettato viaggio nel tempo - Foto: Istvánka/Wikipedia
Foto: Istvánka/Wikipedia
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Nascita geniale e primissima inaugurazione

La Funivia dell’Etna fu realizzata nel 1966 dalla S.I.T.A.S. (Società Industrie Turistico Alberghiere Siciliane), con un’idea tanto ambiziosa quanto futuristica per l’epoca: permettere a turisti e catanesi di “volare” sul vulcano attivo più alto d’Europa. L’impianto, progettato da ingegneri del calibro di Dino Lora Totino, partiva dal Rifugio Sapienza a 1 927 m e raggiungeva inizialmente una stazione sommitale a 2 930 m, attraversando uno scenario lunare di colate laviche antiche e crateri laterali. Era la più alta funivia d’Europa al momento dell’inaugurazione e rappresentava un simbolo di orgoglio tecnologico non solo per la Sicilia, ma soprattutto per i catanesi, sempre fieri di poter mostrare al mondo il loro vulcano “da sopra”.

Già nei primi anni, l’impianto riscosse grande successo: viaggiatori da tutto il mondo, fotografi, vulcanologi, registi e documentaristi affollarono la stazione di partenza per vivere un’esperienza unica. La funivia venne raccontata anche nelle cronache nazionali e nelle prime riviste turistiche specializzate: la sfida all’altitudine e alla lava era cominciata.

Eruzioni che distruggono e resilienza costante

Ma convivere con un vulcano vivo e imprevedibile come l’Etna non è mai semplice. La storia della Funivia è punteggiata da tragedie laviche e da ricostruzioni epiche. La prima grave perdita arriva con l’eruzione del 1971, quando la stazione sommitale fu completamente inghiottita dalla lava. Dieci anni dopo, nel 1983, un’eruzione durata ben 131 giorni devastò di nuovo l’impianto. Le colate raggiunsero la zona della funivia, e nonostante gli sforzi eroici – di cui parleremo nella curiosità – non fu possibile salvarla. Infine, nel 2001, un nuovo fronte lavico distrusse la stazione a valle, portando all'interruzione completa del servizio.

Eppure, ogni volta, la comunità catanese ha reagito con tenacia. La Funivia fu ricostruita, ammodernata, trasferita su quote più sicure, adattata alle nuove normative e resa più efficiente. Dopo tre anni di stop, nel 2004 l’impianto tornò operativo, testimoniando non solo la forza della tecnologia, ma anche lo spirito indomito dei catanesi, che non si lasciano intimorire nemmeno dalla lava.

Tecnologia, nuovo design e turismo sostenibile

Oggi la Funivia dell’Etna è un impianto all’avanguardia: una cabinovia monofune composta da 72 cabine firmate Pininfarina, che copre un dislivello di circa 600 metri in meno di 10 minuti. Il tragitto va dal Rifugio Sapienza a quota 1 923 m fino a 2 504 m, in località Montagnola, dove partono i fuoristrada e le escursioni guidate verso i crateri sommitali.

Questo impianto non è solo una “giostra panoramica” per turisti. Per i catanesi, è anche un simbolo d’identità e rinascita. Le cabine sono dotate di vetri panoramici, sistema anti-vento e comfort pensati per le stagioni estive e invernali. In inverno, la funivia è usata anche dagli sciatori, mentre in estate diventa punto di partenza per trekking e tour vulcanologici. Grazie al suo impatto contenuto, oggi rappresenta un esempio virtuoso di turismo sostenibile in area protetta.

Curiosità

Nel corso dell’eruzione del 1983, per la prima volta nella storia, fu tentato un esperimento senza precedenti: usare esplosivi per deviare il fronte lavico che minacciava la stazione della Funivia. Si trattò del primo caso documentato al mondo in cui si cercò di modificare il percorso di una colata con l’uso di cariche esplosive. Tuttavia, la lava superò le barriere e distrusse comunque l’impianto, lasciando dietro di sé una lezione di umiltà. Il gesto, comunque, divenne emblematico del coraggio scientifico e civile dei catanesi, pronti a tutto pur di salvare la loro montagna.

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