Global Flotilla: Partenza in Sicurezza o Rapimento in Vista? | La veritĂ  che il Governo Italiano non vuole svelare!

Partenza il 7 settembre per la Global Sumud Flotilla da Sicilia a Gaza, con parlamentari e Emergency a bordo. Unisciti alla lotta per la pace! 🌍🚤✊

A cura di Redazione
03 settembre 2025 15:22
Global Flotilla: Partenza in Sicurezza o Rapimento in Vista? | La veritĂ  che il Governo Italiano non vuole svelare! -
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Global Flotilla in partenza dalla Sicilia: l’allerta di Emergency e le aspettative di protezione

03 settembre 2025, Roma – La Global Sumud Flotilla, un’iniziativa di solidarietà diretta a Gaza, salperà finalmente il 7 settembre dalla Sicilia. La decisione di posticipare la partenza, originariamente prevista per il 4, è stata presa per attendere le barche spagnole, che sono state ritardate a causa delle avverse condizioni meteorologiche. Maria Elena Delia, portavoce italiana del Global Movement to Gaza, ha confermato queste informazioni durante una conferenza stampa al Senato, patrocinata dalla senatrice M5S Alessandra Maiorino.

Training non violento e supporto parlamentare

La Delia ha sottolineato che i partecipanti alla flotta stanno attualmente seguendo un training non violento di tre giorni in Sicilia. Questo è un passo fondamentale per garantire che, anche di fronte a potenziali aggressioni, non ci sia risposta violenta. “Noi non muoveremo un dito, anche se aggrediti”, ha affermato con fermezza.

Anche Emergency parteciperà alla missione e Delia ha ringraziato l’organizzazione umanitaria per il suo sostegno, lasciando intendere che sono in contatto con altri soggetti privati interessati a unirsi all’iniziativa. Quattro parlamentari, tra cui esponenti dell’opposizione, parteciperanno alla missione, segnalando un forte impegno politico a favore di questa iniziativa.

La preoccupazione per la sicurezza: l’appello al governo

Tuttavia, la Delia ha sollevato una questione allarmante: “Ci aspettiamo di essere rapiti dal Governo di Israele. Non sono da escludere droni, incursioni e sabotaggi durante il nostro percorso in acque internazionali”. La richiesta di protezione al governo italiano da parte dei partecipanti emerge come una questione cruciale. “Desideriamo sapere che il nostro governo ci proteggerà”, ha ribadito.

Critiche politiche alla situazione attuale

Intervenendo alla conferenza, l’europarlamentare Benedetta Scuderi di Alleanza Verdi e Sinistra ha denunciato le mancanze delle autorità nell’affrontare la crisi umanitaria in Palestina. “Non c’è divertimento, c’è necessità e urgenza in questa iniziativa”, ha detto, sottolineando che l’azione umanitaria è una risposta alle mancanze governative nella gestione della crisi a Gaza.

In un’analisi più politica, Elly Schlein, segretaria del PD, ha dichiarato: “La Global Sumud Flotilla fa ciò che dovrebbero fare i governi italiani e europei”. Secondo Schlein, la missione rappresenta un atto necessario per rompere il blocco degli aiuti umanitari imposti dal governo di Netanyahu.

Preoccupazioni sul coinvolgimento dell’Italia

Il leader del M5S, Giuseppe Conte, ha esortato il governo a passare dalle parole ai fatti, criticando l’inefficacia delle attuali politiche. “Tradurre la Pimpa in arabo non basta”, ha affermato, chiedendo che l’Italia riconosca ufficialmente lo stato di Palestina e sospenda gli accordi commerciali con Israele.

Una nota di particolare allerta è emersa dal deputato di AVS, Angelo Bonelli, il quale ha richiesto chiarimenti urgenti dopo la presenza di aerei militari israeliani nella base di Sigonella: “È inaccettabile che basi italiane vengano utilizzate per operazioni militari di uno stato che sta conducendo un massacro contro il popolo palestinese”.

Un futuro incerto e la necessitĂ  di mobilitazione

La Global Sumud Flotilla rappresenta non solo un’iniziativa per portare aiuti umanitari a Gaza ma anche un campanello d’allarme sulla necessità di un cambiamento radicale nelle politiche europee e italiane. Con la partenza fissata per il 7 settembre, la tensione è palpabile e gli occhi del mondo sono puntati su questa missione, che potrebbe segnare un punto di svolta nelle relazioni internazionali e nei diritti umani.

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