Il monumento a Giovanni d’Austria di Messina: la statua che racchiude un segreto di guerra assurdo
A Messina, il monumento a Giovanni d’Austria racconta la gloria di Lepanto: una statua forgiata persino con il bronzo dei cannoni turchi.


Nel cuore di Messina, in piazza dell’Unità d’Italia, si erge il monumento a Giovanni d’Austria, una delle statue più affascinanti e dense di storia dell’intera Sicilia. Non è soltanto un’opera d’arte: è il simbolo di una battaglia epocale che ha cambiato i destini del Mediterraneo. Pochi sanno che questa scultura custodisce curiosità sorprendenti sulla guerra, sulla fede e sulla città che la ospita.
La gloria della Battaglia di Lepanto scolpita nel bronzo
La statua celebra don Giovanni d’Austria, figlio naturale dell’imperatore Carlo V e fratellastro di Filippo II di Spagna, che nel 1571 guidò la Lega Santa nella celebre Battaglia di Lepanto contro la flotta ottomana. Lo scontro fu decisivo: per la prima volta le navi cristiane riuscirono a fermare l’espansione turca nel Mediterraneo.
Il monumento, commissionato dal Senato messinese, fu realizzato dallo scultore Andrea Calamech, allievo di Michelangelo, e inaugurato nel 1572. Giovanni d’Austria è rappresentato con l’armatura, lo sguardo fiero e il bastone del comando, come un eroe che non appartiene solo alla Spagna ma anche a Messina, la città che gli fu fedele alleata. Alla base, bassorilievi raccontano scene della battaglia, scolpite con una potenza che ancora oggi lascia senza fiato.
Un simbolo conteso e sopravvissuto
Il monumento ha avuto una storia travagliata. Durante il dominio borbonico e, successivamente, con l’Unità d’Italia, la statua rischiò più volte di essere abbattuta o rimossa, simbolo di potere e di epoche che cambiavano. Fu anche spostata più volte prima di trovare la collocazione attuale. Nonostante terremoti, bombardamenti e rivoluzioni politiche, il monumento a Giovanni d’Austria è sopravvissuto fino a oggi, rimanendo uno dei più antichi esempi di statua celebrativa dell’età moderna in Italia.
Non è soltanto una testimonianza artistica: è un simbolo di resistenza della città di Messina, che condivide con la statua la forza di rialzarsi dopo ogni distruzione.
Curiosità
Un dettaglio sorprendente: il cannone ottomano catturato a Lepanto venne fuso e utilizzato per creare la statua stessa. In altre parole, il bronzo che un tempo apparteneva ai nemici della cristianità è diventato il metallo che immortala per sempre la vittoria di Giovanni d’Austria. Un colpo di genio che trasformò l’arma di guerra in arte eterna.