La città girgente distrutta dal terremoto che oggi rivive come memoria e rinascita
Montevago, oggi comune vivo dell’Agrigentino, custodisce un borgo antico distrutto dal terremoto del Belìce: un parco della memoria unico.


Nel cuore della valle del Belìce, in provincia di Agrigento, si trova Montevago, un comune oggi vivo e popolato da oltre tremila abitanti. Ma a poca distanza dal centro moderno si nasconde un luogo che racconta una storia drammatica e affascinante: il borgo antico di Montevago, ridotto in macerie dal terremoto del 1968 e mai più ricostruito. Oggi quei ruderi rappresentano un parco della memoria che conserva le ferite del passato, trasformandole in un simbolo di resilienza.
Il borgo distrutto dal sisma
Il 14 gennaio 1968 un violento sisma devastò l’intera valle del Belìce, cancellando in poche ore case, chiese e palazzi storici. Il vecchio Montevago fu completamente raso al suolo e i suoi abitanti furono costretti a trasferirsi in una nuova area, dove nacque l’attuale centro urbano.
Passeggiando tra i ruderi del borgo antico si possono ancora riconoscere i resti della Chiesa Madre, delle abitazioni e delle strade che un tempo brulicavano di vita. Lì il tempo si è fermato, e ogni pietra racconta la tragedia di quella notte che cambiò per sempre la storia del paese.
Il nuovo Montevago e il Parco della Memoria
Oggi Montevago è un comune abitato e attivo, conosciuto anche per le sue terme alimentate da sorgenti sulfuree note sin dall’epoca romana. Il paese moderno guarda con orgoglio al passato, preservando i resti del borgo antico attraverso il Parco della Memoria, un percorso culturale e storico che permette di rivivere le vicende del terremoto.
Le rovine non sono solo testimonianza di dolore, ma anche spazi di rinascita: tra i muri spezzati trovano posto installazioni artistiche, murales e iniziative culturali che trasformano la desolazione in occasione di riflessione e identità collettiva.