Un arcipelago sospeso tra sale e storia: l'ecosistema unico che trovi solo in Sicilia
Scopri lo Stagnone di Marsala: laguna fenicia, saline dai mille colori e venti eterni che attirano fenicotteri e kitesurfer.


Un arcipelago sospeso tra sale e storia
Lo Stagnone di Marsala è la laguna più grande di tutta la Sicilia, un luogo dove natura e storia si fondono in un quadro senza tempo. Si estende per circa dieci chilometri quadrati e custodisce quattro isole principali: Isola Grande, Schola, Santa Maria e la celebre Mozia, antica colonia fenicia che un tempo fu un centro commerciale di primaria importanza nel Mediterraneo. Qui, tra canali naturali e acque basse che sembrano specchiarsi con il cielo, l’uomo ha imparato a leggere i ritmi della marea e a sfruttarne le potenzialità.
Da millenni, infatti, lo Stagnone è sinonimo di produzione del sale marino: le vasche saline disegnano una scacchiera che al tramonto si accende di riflessi rosa e arancio. I mulini a vento ottocenteschi, un tempo indispensabili per pompare l’acqua e macinare il sale, oggi sono icone del paesaggio e raccontano di un passato fatto di lavoro e tradizione. Questo scenario, unico nel suo genere, è diventato uno dei luoghi più fotografati e visitati della Sicilia, un patrimonio che unisce archeologia, economia e bellezza paesaggistica.
Fenicotteri rosa e venti che raccontano leggende
Ma lo Stagnone non è solo memoria storica: è anche un paradiso naturale di biodiversità. Durante tutto l’anno, le sue vasche ospitano colonie di fenicotteri rosa, aironi bianchi e cavalieri d’Italia, offrendo uno spettacolo straordinario per gli amanti del birdwatching. La combinazione di acque salmastre e habitat protetto ha trasformato la laguna in una tappa fondamentale per la migrazione degli uccelli, che qui trovano riparo e nutrimento.
Non meno importanti sono i venti costanti che spirano su questo braccio di mare: veri e propri alleati per gli appassionati di kitesurf e windsurf che arrivano da tutta Europa per sfruttare le condizioni ideali. Secondo la leggenda, furono proprio questi venti a guidare le antiche navi fenicie: i marinai, osservando i mulinelli e le increspature dell’acqua, riuscivano a leggere la direzione del vento e a tracciare le rotte verso Cartagine e la penisola iberica, trasformando la laguna in una sorta di bussola naturale che ancora oggi sembra sussurrare le storie di quei viaggiatori del passato.