Un’eruzione che risvegliò l’Etna dopo anni di silenzio: pochi la ricordano ma causò danni e trasformazioni sul territorio
Nel 2001 l’Etna visse un’eruzione spettacolare che mise in allarme Catania e cambiò per sempre la morfologia del vulcano.

Un’eruzione che risvegliò l’Etna dopo anni di silenzio
Nel luglio del 2001, dopo circa tre anni di relativa quiete, l’Etna tornò a farsi sentire con una delle sue eruzioni più spettacolari e mediatiche di sempre. L’attività si sviluppò tra il 17 luglio e il 9 agosto, interessando principalmente il versante sud del vulcano, nella zona del Rifugio Sapienza e della Funivia dell’Etna.
L’evento è considerato una delle eruzioni più importanti degli ultimi decenni per la quantità di materiale espulso e per l’impatto sulle infrastrutture turistiche e stradali della zona sommitale.
L’apertura di fratture e la nascita di nuovi crateri
L’eruzione iniziò con l’apertura di una lunga frattura eruttiva a quota 2.100 metri, che generò diverse bocche effusive e fontane di lava alte decine di metri. Si formarono così nuovi coni laterali, tra cui quello che venne soprannominato “cono del Laghetto”.
La lava si diresse verso la zona turistica del versante sud, minacciando la stazione della funivia. Le colate furono rallentate grazie a barriere artificiali e deviazioni create dai vulcanologi e dalla protezione civile.
Un’eruzione “turistica” e mediatica
Quella del 2001 fu un’eruzione ampiamente seguita dai media nazionali e internazionali: le spettacolari fontane di lava e le esplosioni stromboliane richiamarono fotografi, turisti e curiosi da tutto il mondo.
Molti catanesi si recarono sulle pendici del vulcano per assistere di persona allo spettacolo, trasformando le aree di osservazione in veri e propri belvedere improvvisati, pur con tutte le cautele del caso.
Danni e trasformazioni sul territorio
L’eruzione del 2001 causò danni significativi alle infrastrutture turistiche: la funivia fu parzialmente distrutta, alcune stazioni sciistiche vennero sommerse dalla lava e diversi tratti stradali furono resi impraticabili.
Dal punto di vista geologico, l’evento modificò la morfologia del vulcano, creando nuovi coni e depositi lavici che sono ancora oggi ben visibili nelle escursioni sul versante sud dell’Etna.