Il mistero delle terre che ribollono vicino Catania: un fenomeno naturale che pochi conoscono
A Paternò, le Salinelle ribollono da secoli. Un fenomeno vulcanico unico, tra fango, gas e curiosità incredibili!
Un paesaggio che sembra vivo
Alle porte di Paternò, a sud dell’Etna, la natura rivela un volto che sorprende. Le Salinelle sono aree dove il terreno si solleva, gorgoglia e rilascia fango salato mescolato a gas.
Il fenomeno, visibile in più siti intorno alla città, deriva dalla pressione sotterranea di anidride carbonica e idrocarburi, che risalgono lungo antiche fratture vulcaniche. Il risultato è uno scenario che sembra alieno: pozze che ribollono, croste saline bianche che si cristallizzano al sole e improvvisi sbuffi che ricordano mini-eruzioni.
Queste manifestazioni non sono lava, ma appartengono al vulcanismo secondario, lo stesso che genera i soffioni e i vulcani di fango in altre zone del mondo. L’Etna, con la sua rete di condotti e pressioni interne, alimenta da secoli questo spettacolo raro e inquietante.
Il legame con la città e con l’Etna
Le Salinelle di Paternò hanno influenzato non solo la geologia, ma anche la storia e l’immaginario locale. Già gli autori antichi descrivevano l’esistenza di acque e fanghi ribollenti, collegandoli alla potenza del vulcano.
Oggi le aree più note sono quelle delle Salinelle dei Cappuccini, vicino al convento, e delle Salinelle del Fiume, presso la sponda del Simeto. Qui il paesaggio cambia di continuo: nuove pozze si aprono, altre si prosciugano, lasciando coni di fango e depositi salini.
Dal punto di vista scientifico, queste zone offrono informazioni cruciali. I geologi studiano i gas che emergono per comprendere l’attività interna dell’Etna e monitorarne i possibili segnali precursori. In più, la loro vicinanza ai centri abitati ricorda come il vulcano influenzi direttamente la vita quotidiana della provincia di Catania.