La città nissena che nacque da un sogno baronale e che custodisce tesori nascosti
San Cataldo, nel cuore di Caltanissetta, racconta storie baronali, chiese monumentali e tradizioni uniche come le celebri Vare.
Nel cuore della provincia di Caltanissetta, sorge San Cataldo, una città che porta con sé una storia sorprendente. Nata come terra baronale nel XVII secolo, si è trasformata in un centro pulsante che intreccia fede, arte e tradizioni popolari. Camminare per le sue vie significa scoprire un passato che affonda le radici nelle antiche famiglie nobiliari e che ancora oggi vive attraverso chiese monumentali, feste religiose e segreti custoditi nei suoi palazzi.
Una città voluta dai nobili e consacrata alla fede
San Cataldo deve le sue origini al barone Filippo Galletti, che nel 1607 ottenne la licentia populandi per fondare un nuovo centro abitato. Il paese, intitolato a San Cataldo vescovo di Taranto, nacque attorno alla chiesa madre, dedicata al santo patrono. Il legame tra la città e la fede è rimasto fortissimo: la Chiesa Madre del Santissimo Rosario, con la sua facciata imponente, custodisce pregevoli opere d’arte e rappresenta ancora oggi il cuore della comunità. Altri edifici religiosi come la Chiesa di San Giuseppe e quella di Sant’Anna arricchiscono il patrimonio architettonico di questo centro dell’entroterra siciliano.
Tradizioni, cultura e vita comunitaria
Ma San Cataldo non è solo religione. La città è stata un importante polo agricolo e minerario, legato per secoli all’estrazione dello zolfo che caratterizzava l’intero territorio nisseno. Oggi si distingue per le sue tradizioni popolari e per le celebrazioni che ogni anno attirano centinaia di visitatori. Tra le più suggestive vi è la Settimana Santa, con le processioni delle Vare, grandi strutture lignee decorate con statue che raffigurano scene della Passione di Cristo: uno spettacolo di devozione che incanta e commuove.