L'eruzione che sconvolse Catania e portò a delle conseguenze inattese

L’eruzione dell’Etna del 2002, tra boati, distruzioni e una curiosità che ancora oggi sorprende chi visita il vulcano di Catania.

07 ottobre 2025 15:00
L'eruzione che sconvolse Catania e portò a delle conseguenze inattese - Foto: NASA/Wikipedia
Foto: NASA/Wikipedia
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Un gigante che si risveglia

L’eruzione dell’Etna del 2002 è rimasta impressa nella memoria dei siciliani come una delle più spettacolari e devastanti degli ultimi decenni. Tutto ebbe inizio il 27 ottobre 2002, quando il vulcano si risvegliò con una forza impressionante, dando vita a colate laviche che si spinsero fino a minacciare i paesi etnei. Gli abitanti di Linguaglossa, Nicolosi e altre località limitrofe vissero giorni di paura: il cielo si oscurò e la pioggia di cenere arrivò fino a Catania, costringendo alla chiusura l’aeroporto di Fontanarossa.

Quell’evento segnò anche la nascita di una nuova frattura eruttiva sul fianco nord del vulcano, vicino ai Monti Sartorius e a Piano Provenzana, devastando impianti sciistici e foreste. Il paesaggio, in poche ore, cambiò radicalmente.

La furia della lava e le conseguenze sul territorio

La colata lavica non fu solo un fenomeno naturale, ma un vero dramma per il territorio. Le strutture turistiche di Piano Provenzana, sul versante settentrionale, vennero distrutte in poche ore. La montagna, un tempo meta di escursionisti e sciatori, si trasformò in un deserto di rocce incandescenti.

Non meno drammatica fu la pioggia di cenere che colpì Catania e gran parte della Sicilia orientale: i tetti si piegavano sotto il peso della polvere vulcanica, le scuole vennero chiuse e le strade divennero impraticabili. I media internazionali parlarono dell’Etna come del “vulcano più pericoloso del mondo” in quel momento, attirando l’attenzione di scienziati e curiosi.

Eppure, come sempre accade con l’Etna, la distruzione fu accompagnata da un fascino irresistibile: le immagini delle fontane di lava alte centinaia di metri fecero il giro del mondo, trasformando l’eruzione in un evento mediatico planetario.

Curiosità

A distanza di oltre vent’anni, la colata del 2002 mostra un volto sorprendente. Laddove la lava aveva cancellato boschi e strutture, oggi la natura sta riconquistando lentamente il territorio. Tra le rocce nere sono spuntate pioniere vegetali, piccole piante che testimoniano la capacità della vita di rigenerarsi. Ecco la curiosità: alcuni studiosi considerano la zona colpita nel 2002 un vero e proprio laboratorio naturale a cielo aperto, usato per osservare in diretta i processi di rinascita degli ecosistemi dopo una catastrofe vulcanica.

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