Palermo sotto accusa | Minori coinvolti in iniziativa militare: educazione o compromesso?

La consigliera Mariangela Di Gangi chiede maggiore attenzione del Comune sulla partecipazione di minori a eventi bellici. Educare alla pace è un dovere! 🌍✌️

A cura di Redazione Redazione
10 ottobre 2025 17:23
Palermo sotto accusa | Minori coinvolti in iniziativa militare: educazione o compromesso? -
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Controversia sul “Villaggio dell’Esercito”: la consigliera Di Gangi chiede maggiore attenzione alle istituzioni

Palermo, 10 ottobre 2025 – La recente iniziativa “Villaggio dell’Esercito”, svoltasi a Palermo dal 2 al 5 ottobre e patrocinata dal Comune, ha sollevato un acceso dibattito. La Comunità Palestinese “Voci nel Silenzio”, con il supporto della Rete palermitana solidale con la Palestina, ha presentato un esposto all’Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, sollevando preoccupazioni riguardo alla partecipazione di minori all’evento.

Mariangela Di Gangi, consigliera comunale del Partito Democratico, ha affermato di condividere le preoccupazioni espresse nell’esposto. Le immagini che ritraggono bambini e adolescenti a contatto con mezzi militari o addirittura imbracciando armi pongono interrogativi non solo di natura educativa, ma anche giuridica.

Secondo Di Gangi, questo tipo di eventi contrasta con i valori fondamentali sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia. Entrambi gli strumenti giuridici impongono alle istituzioni la responsabilità di promuovere nei più giovani la cultura della pace, della libertà e della tolleranza e di proteggerli da ogni forma di coinvolgimento in contesti militari.

La consigliera ha inoltre sottolineato che il patrocinio del Comune non va sottovalutato: “Il patrocinio non è un gesto neutro: è un atto politico che implica la condivisione di valori e finalità educative.”

Di Gangi ha concluso il suo intervento con una richiesta chiara: “Chiedo che l’Amministrazione comunale prenda una posizione” e che in futuro ci sia maggiore attenzione nell’approvare eventi che possano veicolare messaggi discordanti con i principi costituzionali e con la protezione dei diritti dei bambini e delle bambine. “Educare alla pace, infatti, non è un’opinione ma un dovere, sia morale che giuridico,” ha affermato.

La polemica sollevata dal “Villaggio dell’Esercito” invita a una riflessione profonda sui messaggi che la società trasmette alle nuove generazioni e sull’importanza di tutelare i più giovani da influenze inadeguate in un contesto così delicato.

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