Palermo: un assessore celebra una scuola mai consegnata | La comunità scolastica contro la falsità ufficiale!

La comunità scolastica della Franchetti si mobilita contro l’assessore

“Mi sento profondamente offesa dalle parole dell’assessore, che evidentemente non conosce la città né la realtà che amministra.” Queste le dure dichiarazioni di Argiroffi, rappresentante della comunità scolastica dell’Istituto Franchetti, in risposta alle affermazioni dell’assessore all’istruzione riguardo alla situazione dell’edificio scolastico.

Secondo Argiroffi, le parole dell’assessore, che ha sostenuto di aver “consegnato l’edificio scolastico Franchetti”, rappresentano un affronto per chi quotidianamente vive le difficoltà della scuola. “Dichiarare tale situazione è non solo falso, ma anche offensivo nei confronti di chi quella comunità la vive ogni giorno.” La leader scolastica sottolinea l’impegno di docenti, genitori e studenti, che da anni si battono per la sopravvivenza della scuola, ora vittima di “un’amministrazione incapace”.

In un contesto di crescente malcontento, Argiroffi ha messo in evidenza la precarietà della situazione attuale. “L’edificio a cui si riferisce l’assessore non è la scuola Franchetti, ma un locale di ripiego, inadatto e provvisorio.” Un’infrastruttura che, stando alle parole della rappresentante, è stata scelta come soluzione temporanea, ma che si è rivelata inadeguata, generando un crollo delle iscrizioni e costringendo le classi a turni doppi nelle prime settimane del nuovo anno scolastico.

Le difficoltà affrontate dalla comunità scolastica sono palpabili, con “gravi disagi per famiglie e studenti”, che ora si trovano a gestire un contesto scolastico instabile e frustrante. Argiroffi ha quindi esortato l’assessore a visitare il cantiere della vera scuola Franchetti, affinché possa “constatare con mano il fallimento dell’amministrazione di cui fa parte.”

La polemica è destinata a proseguire, mentre la comunità scolastica della Franchetti continua a lottare per i propri diritti, rifiutando ogni “forma di compiacimento e di autocelebrazione” da parte dell’amministrazione pubblica. Un invito a prendere coscienza della realtà, per restituire dignità a un’istruzione che non può essere compromessa da promesse non mantenute.