Una colata che non fu come le altre: la montagna di fuoco che ha scritto la storia segreta dell’Etna
L’ignimbrite di Biancavilla-Montalto racconta il passato pleistocenico dell’Etna: un deposito lavico unico in Sicilia orientale.


Una colata che non fu come le altre
Alle pendici dell’Etna, nel territorio di Biancavilla, si trova una delle testimonianze geologiche più imponenti e misteriose della Sicilia: l’ignimbrite di Biancavilla-Montalto. Non si tratta di una semplice colata lavica, ma di un deposito pleistocenico che rivela la potenza distruttiva di antiche eruzioni esplosive del vulcano. Formata da materiali piroclastici incandescenti, colati e consolidati nel tempo, questa roccia custodisce la memoria di eventi naturali avvenuti centinaia di migliaia di anni fa.
L’ignimbrite non è un fenomeno isolato: segna infatti un capitolo fondamentale della storia geologica dell’Etna e delle sue prime fasi eruttive. Le stratificazioni, ancora oggi visibili, mostrano come la montagna abbia più volte riscritto il paesaggio, imponendo la sua forza a chi abitava queste terre.
Un patrimonio geologico e ambientale
L’importanza dell’ignimbrite di Biancavilla-Montalto non è solo scientifica, ma anche culturale. Le cave che nel tempo hanno interessato quest’area hanno portato alla luce un minerale raro, la fluoro-edenite, che ha posto l’accento sui rischi ambientali e sulla necessità di proteggere il territorio. Oggi questo sito è considerato un laboratorio a cielo aperto per geologi e studiosi, che qui possono osservare con chiarezza la dinamica delle antiche eruzioni etnee.
Il deposito lavico ha inoltre influenzato il paesaggio agricolo circostante. I terreni ricchi di minerali, nati da queste colate, hanno reso fertile la zona, favorendo per secoli colture tipiche come agrumi, vigneti e uliveti. Così, una cicatrice del fuoco è divenuta anche una fonte di vita e prosperità.