Il porto sconosciuto di Catania che ha visto passare guerre e rinascite mai raccontate
Porto Rossi, Catania. Un piccolo approdo tra storia militare e mare blu che racchiude memorie di guerra e un’incredibile rinascita.
Dalla pietra lavica al mare segreto di Catania
A pochi passi dal cuore moderno di Catania, tra la Scogliera di Ognina e il viale Artale Alagona, si trova Porto Rossi, un angolo sospeso tra memoria storica e leggenda urbana.
Nato come approdo naturale scavato nella roccia lavica, Porto Rossi si affaccia sul mare Ionio ed è oggi conosciuto come un porticciolo turistico, ma il suo passato è tutt’altro che tranquillo. Durante la Seconda guerra mondiale, l’area era considerata strategica: qui si trovavano installazioni militari costiere, e non di rado le sue acque furono teatro di operazioni di pattugliamento e difesa.
Dopo la guerra, quando Catania cominciò a guardare di nuovo al mare, questo piccolo lembo di costa divenne un rifugio per pescatori e poi, negli anni del boom economico, un porto privato in grado di accogliere piccole imbarcazioni e yacht. Oggi rappresenta una finestra discreta sul mare, lontana dal traffico cittadino, ma profondamente legata alla storia della città e della sua marineria.
Tra silenzio, lusso e tracce del passato
Il nome “Porto Rossi” deriva dalla famiglia Rossi, che agli inizi del Novecento acquistò parte dell’area costiera trasformandola in un complesso balneare privato. Attorno al porto si sviluppò un piccolo mondo parallelo fatto di stabilimenti, club nautici e cantieri: una realtà riservata ma vitalissima, dove la pietra lavica incontra il blu intenso del mare.
Oggi Porto Rossi conserva quell’aura di luogo nascosto, lontano dai circuiti turistici più battuti. Dalla sua banchina si scorgono le scogliere nere di Ognina e, in lontananza, il profilo del Monte Etna: un contrasto tra fuoco e acqua che riassume l’identità stessa di Catania.
Le antiche strutture militari, in parte ancora visibili, convivono con i pontili moderni e con le barche ormeggiate. È il simbolo di come la città abbia saputo riconvertire spazi di guerra in luoghi di bellezza, restituendo al mare ciò che un tempo apparteneva alla difesa.