Un borgo dalle origini nobiliari: è nisseno ed ha attraversato i secoli senza mai perdere la sua identità
Tra le colline di Caltanissetta, Santa Caterina Villarmosa custodisce chiese, tradizioni e un’eredità dimenticata che resiste al tempo.
Nel cuore della provincia di Caltanissetta, circondato da dolci colline coltivate a grano e ulivi, si trova Santa Caterina Villarmosa, un borgo che ha attraversato i secoli senza mai perdere la sua identità. Qui il tempo sembra essersi fermato: le strade raccontano storie di baroni, chiese secolari e tradizioni che ancora oggi scandiscono la vita della comunità. Ma dietro la sua apparenza tranquilla, il paese nasconde un’eredità culturale che pochi conoscono davvero.
Un borgo dalle origini nobiliari
Il centro abitato nacque ufficialmente nel XVII secolo, quando la nobile famiglia Villarmosa fondò il feudo che prese il nome da Santa Caterina d’Alessandria, alla quale fu dedicata la chiesa principale. Attorno a questo nucleo religioso si sviluppò gradualmente il borgo, che mantenne sempre un legame stretto con la terra e con le sue coltivazioni.
Il cuore di Santa Caterina Villarmosa è la Chiesa Madre di Santa Caterina d’Alessandria, un edificio imponente che custodisce preziose tele e statue lignee di grande valore. Passeggiando per il centro storico si incontrano palazzi signorili, testimonianza di un passato in cui il potere baronale e la fede religiosa si intrecciavano nella vita quotidiana.
Tradizioni e identità ancora vive
Nonostante il passare dei secoli, Santa Caterina Villarmosa ha saputo mantenere intatte le proprie tradizioni popolari e religiose. La festa patronale dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, celebrata a fine novembre, è il momento in cui l’intero paese si raccoglie tra processioni, musiche e riti che uniscono sacro e comunità.
Il territorio circostante è punteggiato da masserie, campi dorati e antiche vie di campagna: uno scenario che racconta la vocazione agricola di questo borgo, custode di una cultura contadina autentica, che ancora oggi si esprime nei piatti tipici e nei prodotti locali, dal pane ai formaggi, dall’olio all’uso delle erbe spontanee.