Il cuore segreto di via dei Crociferi: la vedi ogni giorno a Catania ma non ci fai caso

Catania, via dei Crociferi. Un capolavoro barocco svela un mistero dimenticato dietro la sua cupola: storia, architettura e curiosità.

01 dicembre 2025 21:00
Il cuore segreto di via dei Crociferi: la vedi ogni giorno a Catania ma non ci fai caso - Foto: Triquetra/Wikipedia
Foto: Triquetra/Wikipedia
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La meraviglia che pochi notano

Nel cuore antico di Catania, lungo la via dei Crociferi, sorge un edificio che spesso si confonde tra i capolavori barocchi che lo circondano.
È una chiesa elegante, discreta, ma capace di lasciare chi entra senza parole: la Chiesa di San Giuliano, uno dei massimi esempi del barocco catanese del XVIII secolo.

Progettata da Giovanni Battista Vaccarini, l’architetto che ridisegnò gran parte della città dopo il terremoto del 1693, la chiesa rappresenta un equilibrio perfetto tra sobrietà e scenografia.
Il prospetto concavo, impreziosito da colonne binate, statue e balconi curvilinei, crea un gioco visivo che muta a seconda dell’ora del giorno, con la luce che scolpisce le superfici in pietra lavica e calcarea.

L’interno, a pianta ottagonale, sorprende per la sua armonia geometrica. La cupola centrale, illuminata da ampie finestre, dona all’ambiente una sensazione di leggerezza, mentre gli stucchi e gli affreschi che ornano le pareti richiamano l’arte e la spiritualità femminile del monastero che un tempo vi era annesso.

Il cuore segreto di via dei Crociferi

La Chiesa di San Giuliano non fu mai una semplice parrocchia: era parte integrante del monastero benedettino femminile, una delle comunità più riservate della Catania settecentesca.

Le monache assistevano alle celebrazioni nascoste dietro le grate del coro, separate dai fedeli, in un silenzio assoluto che dava all’ambiente un’aura quasi surreale.
La facciata scenografica, rivolta verso la via monumentale, nascondeva infatti un mondo completamente invisibile dall’esterno, fatto di vita monastica, preghiera e arte.

Oggi, osservando la chiesa dal basso, si nota come Vaccarini abbia giocato con le curve e i pieni-vuoti, trasformando l’edificio in una sorta di “teatro sacro”: una facciata che sembra respirare.
Il portale d’ingresso, incorniciato da pilastri corinzi e decorazioni leggere, invita lo sguardo verso l’alto, dove la cupola bianca spicca tra le altre cupole di via dei Crociferi, quasi a segnare una presenza autonoma, distinta, ma complementare alle altre chiese del tratto.

Pochi sanno che proprio questa facciata è ritenuta uno dei maggiori capolavori dell’intero barocco siciliano, perché sintetizza, in uno spazio ridotto, tutti i principi estetici dell’epoca: movimento, teatralità, equilibrio e fede.

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