Il santuario sorto tra mare e lava: a Catania un luogo di devozione nato da una leggenda dimenticata

Un altare tra le colate e il mare

Nel cuore della Catania costiera, dove la pietra lavica incontra il mare, sorge la Chiesa di Santa Maria della Guardia, un edificio che sembra racchiudere secoli di fede, catastrofi e rinascite.

La tradizione la colloca in una zona anticamente segnata dalle colate dell’Etna, a ridosso della contrada che un tempo proteggeva i marinai e le famiglie che vivevano delle risorse del porto.

Secondo le cronache locali, la prima cappella sarebbe stata costruita nel XVI secolo, in ringraziamento alla Vergine per uno scampato pericolo in mare. Ma ciò che la rese speciale non fu soltanto la sua posizione isolata, bensì la capacità di sopravvivere agli sconvolgimenti naturali e alle eruzioni, che più volte devastarono l’area circostante.

Tra fede popolare e architettura semplice

La chiesa, ricostruita nel tempo, presenta una facciata sobria e un interno a navata unica, tipico delle architetture religiose etnee più umili. L’altare maggiore, dedicato alla Vergine della Guardia, è circondato da ex voto e immagini che raccontano una devozione popolare antichissima, trasmessa di generazione in generazione.

Il quartiere che la ospita, oggi inglobato nella moderna Catania, conserva ancora il carattere marinaro. Molti abitanti considerano la chiesa come un rifugio spirituale più che un monumento: un luogo dove la memoria del pericolo e la gratitudine si fondono nella stessa preghiera.

Intorno all’edificio, le tracce delle antiche colate e i muri in pietra lavica ricordano quanto la città viva da sempre in dialogo con il vulcano. È questo contrasto – tra il fuoco e l’acqua, la distruzione e la rinascita – che rende Santa Maria della Guardia un luogo unico nella topografia sacra di Catania.