La cupola che guarda Catania dall’alto: la sua architettura è assurda

Nel cuore di Catania, una cupola barocca domina silenziosa i tetti: la Badia di Sant’Agata, storia di fede, architettura e meraviglia.

18 dicembre 2025 15:00
La cupola che guarda Catania dall’alto: la sua architettura è assurda - Foto: Pequod76/Wikipedia
Foto: Pequod76/Wikipedia
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Una cupola nata dal coraggio

Nel pieno del Settecento, Catania stava ancora risorgendo dalle rovine del terremoto del 1693.
Le strade erano un cantiere, le chiese ancora polvere, eppure la città non smise di guardare in alto.

Fu in quegli anni che l’architetto Giovanni Battista Vaccarini diede forma alla Badia di Sant’Agata, una chiesa che doveva celebrare la patrona e restituire speranza a un popolo che aveva perso tutto.
Sorse accanto alla cattedrale, quasi a proteggerla, con la sua facciata elegante e la grande cupola panoramica, oggi tra le più riconoscibili di Catania.

Il Vaccarini la disegnò pensando alla luce: ogni finestra, ogni arco, ogni curva è studiata per far scivolare i raggi del sole sulle pietre bianche, trasformandole in oro.
Dentro, un silenzio denso accompagna i passi dei visitatori, rotto solo dal rintocco lontano delle campane.

L’abbraccio della città dall’alto

La vera sorpresa della Badia, però, non è solo la sua bellezza architettonica.
Salendo fino alla cupola, si apre davanti agli occhi una Catania diversa.
Da lassù la città smette di essere caos e diventa un mosaico: i tetti neri di lava, le cupole rosate, l’Etna che si staglia all’orizzonte.

È uno di quei luoghi dove il tempo rallenta.
Il vento che sale dal mare, il profumo della pietra calda, la vista sul Duomo e sulla Piazza del Duomo: tutto sembra sospeso.
Chi arriva fino in cima capisce perché per secoli la Badia sia stata considerata non solo un edificio religioso, ma un punto di equilibrio, un ponte tra la città e il cielo.

Non è raro trovare qualcuno seduto in silenzio, lo sguardo perso verso l’Etna, come se quella cupola sapesse custodire i pensieri di chi vi sale.

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