La fontana di Catania dove un obelisco ha cambiato volto due volte
La fontana delle conchiglie in piazza Mario Cutelli a Catania racconta una storia di sostituzioni, obelischi e memoria urbana quasi dimenticata.
La piazza nascosta dove Catania non guarda mai abbastanza
Nel pieno del centro storico di Catania, lontano dai flussi più turistici di piazza Duomo e via Etnea, c’è una piccola piazza che molti attraversano distrattamente senza fermarsi davvero a guardare. È piazza Mario Cutelli, uno spazio raccolto, chiuso tra palazzi e prospettive strette, che ha l’aria di un cortile urbano rimasto un po’ ai margini del racconto ufficiale della città.
Al centro di questo spazio si trova la fontana delle conchiglie, una presenza che a prima vista può sembrare solo un elemento decorativo come tanti altri. In realtà, dietro quella vasca circolare e quell’obelisco slanciato c’è una storia precisa, legata a un’epoca, a un progettista e a una scelta estetica che ha cancellato il segno precedente per sostituirlo con uno nuovo. È la tipica situazione in cui il paesaggio urbano cambia senza rumore, finendo per nascondere le tracce di ciò che c’era prima.
Chi si ferma al centro della piazza e osserva la fontana, però, si rende conto che quell’insieme di pietra, acqua e forme geometriche non è affatto casuale: è il risultato di un progetto preciso, nato in un momento in cui Catania, nel secondo dopoguerra, cercava di ridefinire alcuni dei suoi spazi pubblici.
L’obelisco moderno che ha preso il posto della fontana ottocentesca
La fontana delle conchiglie che vediamo oggi non è la prima ad aver occupato il cuore di piazza Mario Cutelli. Fu realizzata nei primi anni Cinquanta del Novecento su progetto di Domenico Cannizzaro, in un periodo in cui il gusto architettonico e urbano si muoveva tra richiami classici e linee più essenziali. La struttura è composta da una vasca circolare al centro della quale si alza un obelisco a sezione quadrata. Alla base, quattro grandi valve di conchiglia si aprono verso l’esterno, come se sorreggessero idealmente l’insieme e, nello stesso tempo, dialogassero con l’acqua che ne bagna la superficie.
Questa fontana non è nata nel vuoto: ha sostituito una precedente fontana ottocentesca, anch’essa dotata di un obelisco al centro della vasca. La scelta di mantenere l’idea dell’obelisco, pur cambiando completamente il disegno complessivo, racconta molto del rapporto tra passato e presente in questa porzione di città. Da un lato si è voluto rinnovare l’aspetto della piazza, adeguandolo al linguaggio del Novecento; dall’altro si è conservato un segno verticale familiare, capace di dare un punto di riferimento allo spazio circostante.
È come se Catania, in questo angolo, avesse deciso di riscrivere la pagina senza strappare del tutto quella precedente, lasciando almeno l’eco di una forma già nota. La fontana attuale non è monumentale come altre presenze cittadine, ma rappresenta un tassello importante del modo in cui la città ha attraversato il passaggio dall’Ottocento al secondo dopoguerra, rivedendo i propri spazi senza clamore, un intervento alla volta.