L’altopiano che l’Etna cancellò in una notte: lo visiti ogni inverno

Piano Provenzana, versante nord dell’Etna. Il borgo cancellato dalla lava del 2002 rivive tra memorie, silenzi e segni del vulcano.

21 dicembre 2025 15:00
L’altopiano che l’Etna cancellò in una notte: lo visiti ogni inverno - Foto: Dantadd/Wikipedia
Foto: Dantadd/Wikipedia
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Un altopiano ai piedi del gigante

Sulla fitta colata di lava che scende dalle pendici settentrionali dell’Etna, c’è un luogo che ha conosciuto la forza distruttrice e la rinascita. È Piano Provenzana, un altopiano di origine lavica nel territorio di Linguaglossa, a oltre 1.800 metri di quota.
Per decenni è stato un punto di riferimento per chi amava la montagna: piste da sci, rifugi, escursioni in quota. In inverno, quando la neve copriva il nero della pietra lavica, sembrava un angolo delle Alpi trapiantato in Sicilia.

Ma quell’equilibrio fragile con la montagna non poteva durare per sempre. Il 27 ottobre 2002, dopo giorni di piccoli tremori e segnali che pochi avevano interpretato, l’Etna si aprì all’improvviso. Due fratture eruttive, una più a monte e una più in basso, liberarono colate di lava incandescenti che scesero rapide verso la zona turistica. In poche ore, il paesaggio cambiò per sempre.

La lava sommerse case, alberghi, impianti di risalita, la chiesetta e i rifugi, lasciando solo cumuli anneriti e colonne di fumo. L’altopiano scomparve sotto metri di roccia solidificata. Chi c’era quella notte racconta il rumore sordo della montagna che si spaccava, e la corsa per mettere in salvo chi lavorava nella zona.

La rinascita lenta di un paesaggio nuovo

Piano Provenzana non è rimasto un deserto. Negli anni successivi, Linguaglossa ha ricostruito la sua stazione turistica poco più in alto, su un terreno più stabile. Oggi chi arriva quassù trova nuovi rifugi, strade asfaltate e impianti che salgono fino alle quote più alte raggiungibili.

Ma il ricordo del 2002 è ovunque: tra i pini bruciati, nei resti di una funivia sepolta, nei racconti di chi vide la montagna “muoversi” di notte. La lava ha creato un nuovo orizzonte, scuro e tagliente, dove il silenzio è quasi irreale. Camminare su quelle rocce significa camminare sopra un evento ancora vivo, che continua a modificarsi con le stagioni e con l’azione lenta della natura.

Oggi Piano Provenzana è anche un luogo di studio e di memoria. Geologi e vulcanologi vengono qui per osservare da vicino le cicatrici della montagna. Le guide locali raccontano ai visitatori non solo le meraviglie del vulcano, ma anche la sua imprevedibilità, quella che fa dell’Etna una creatura viva, in continuo mutamento.

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