Una città che sembra uscita da un'altra epoca: alle pendici dell'Etna, nasconde misteri incredibili
Nel cuore dell’Etna e dell’Alcantara, Randazzo custodisce architetture nere, vicoli immutati e una storia sorprendente.
Una città che sembra uscita da un’altra epoca
Arrivare a Randazzo dà la sensazione di entrare in un luogo che ha deciso di sfidare il tempo.
I suoi edifici scuri, scolpiti nella pietra lavica, raccontano una storia che non ha avuto bisogno di essere reinventata: basta camminare per il centro per capire perché qui tutto appare più autentico, più integro, quasi più serio.
Le chiese, le facciate scolpite, i vicoli che si rincorrono tra un arco e l’altro: ogni dettaglio sembra messo lì per ricordare che questo è uno dei centri medievali meglio conservati della Sicilia orientale.
Non c’è nulla di artificiale: Randazzo mostra la sua storia così com’è, senza abbellimenti, senza forzature.
Tra Etna e Alcantara, dove le pietre parlano davvero
La posizione è qualcosa che colpisce subito. Randazzo vive su una lingua di territorio che guarda l’Etna da vicino, con una familiarità quasi disarmante, e allo stesso tempo respira l’aria delle Gole dell’Alcantara.
È un punto di equilibrio curioso: un luogo che ha subito eruzioni, scosse, passaggi di popoli diversi, ma che non ha mai perso il suo disegno originario.
Molti palazzi sono costruiti con la stessa lava che scendeva nei secoli scorsi dalle pendici del vulcano. È come se la città fosse cresciuta sfruttando ciò che la natura le metteva davanti, trasformando un materiale duro in un tratto distintivo.
Camminare qui significa osservare pietre antiche che non hanno nulla di turistico: sono parte della vita quotidiana, parte delle case, parte degli anni che passano senza che queste mura perdano dignità.