Ricordo di Totò Schillaci per i 60 anni ma il Comune lo ha già dimenticato
La scomparsa di Totò Schillaci è ancora viva tra i siciliani. Tante promesse e pochi fatti, l’assessore: “Servono 10 anni dalla morte o una deroga”
A sessant'anni dalla nascita di Totò Schillaci, simbolo indimenticato di Italia '90, il Comune di Palermo non ha ancora dedicato un luogo alla sua memoria. Dalle strade al campetto del Cep, le idee non mancano, ma i vincoli legislativi e le esitazioni politiche frenano ogni iniziativa. Al momento, l’ex calciatore è ricordato solo nella sala riunioni dell’assessorato al Turismo regionale e nella palestra dell’istituto Giuliana Saladino.
I vincoli di legge e le deroghe possibili
Secondo la normativa, devono trascorrere almeno dieci anni dalla morte di una personalità prima di intitolarle un luogo pubblico, salvo deroghe concesse dalla prefettura. L'assessore comunale alla Cultura, Giampiero Cannella, ha dichiarato: "Con tutto il rispetto per Schillaci, non siamo di fronte a un Papa o a una vittima di mafia". Tuttavia, Michelangelo Salamone, ex capo dell'ufficio Toponomastica, ricorda precedenti eccezioni: "Per Rosario La Duca o Padre Ennio Pintacuda le deroghe sono state concesse in tempi brevi, anche con Cannella assessore".
Le proposte in campo e le criticità
Tre sono le proposte arrivate dai cittadini: intitolare a Schillaci una strada su viale del Fante, un monumento o un tratto di via Leonardo da Vinci vicino al campo Ribolla. Cannella, però, frena: "Viale del Fante e via Leonardo da Vinci hanno una loro storicità e non possono essere modificate. È preferibile scegliere una villa o un luogo non associato a toponimi storici".
Salamone accusa: "Mancanza di volontà"
Secondo Salamone, le difficoltà non sono tecniche ma di volontà politica: "Non assumersi la responsabilità dietro il parere della commissione Toponomastica è un classico. Schillaci è stato un personaggio popolarissimo e meriterebbe un omaggio come altri prima di lui".
Il ricordo personale del campione
Forse, lo stesso Totò avrebbe preso la questione con leggerezza. In un’intervista rilasciata in occasione dei suoi cinquant’anni, il campione dichiarava: "I miei genitori vorrebbero farmi una grande festa, ma io non amo queste cose". Chissà se oggi, a 60 anni, avrebbe fatto una delle sue celebri smorfie di fronte a tanto clamore.