Quando storia e meraviglia si incontrano in un luogo: Palazzo D’Orléans e il fascino di ciò che nasconde

Scopri il fascino segreto del Palazzo D’Orléans e dei suoi giardini pensili: storia, pappagalli e i palermitani innamorati del verde.

A cura di Paolo Privitera
01 agosto 2025 21:00
Quando storia e meraviglia si incontrano in un luogo: Palazzo D’Orléans e il fascino di ciò che nasconde - Foto: HowRapid/Wikipedia
Foto: HowRapid/Wikipedia
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Un gioiello neoclassico tra storia e natura palermitana

Il Palazzo D’Orléans, edificato tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento in Piazza Indipendenza, è oggi sede della presidenza della Regione Siciliana. Costruito inizialmente per opera del principe Monroy nel 1775 e ampliato da Antonino Oliveri tra il 1784 e il 1806, il palazzo ospitò nel 1809 la regina Maria Amalia di Borbone e il futuro re di Francia Luigi Filippo D’Orléans. Fu proprio grazie alla dote matrimoniale che la tenuta si ampliò fino a 63 ettari, divenendo rapidamente un simbolo del potere e del gusto europeo. Il palazzo subì vari passaggi di proprietà, fino a entrare nel patrimonio regionale nel 1955, restituendo la sontuosa residenza e i suoi giardini alla fruizione pubblica dei palermitani.

I giardini pensili: natura esotica sospesa tra storia e ingegneria

Il Parco D’Orléans, unico parco ornitologico urbano in Italia, occupa oggi circa 3,5 ettari ed è ospitato nei giardini del palazzo, un tempo estesi per 46 ettari. La sua conformazione originale affonda le radici nella “fossa della Garofala”, una vallata fertile attraversata dal Kemonia. I primi impianti furono inaugurati in stile gardenesque tra Sette e Ottocento: giardini all’inglese con alberi esotici – tra cui ficus, araucarie, noline e palme – impiantati su una struttura impermeabile sopra strati artificiali. Il risultato è un autentico giardino pensile, dove il verde viene coltivato su terrazzamenti sopraelevati, migliorando l’estetica urbana e l’isolamento termico.

Un’oasi ornitologica nel cuore di Palermo

Dal 1957, a seguito dell’acquisizione della Regione, il Parco fu trasformato sotto la guida dell’ornitologo Salvatore Lauricella in un centro di biodiversità urbana. Oggi ospita oltre 350 esemplari di circa 70 specie diverse, tra uccelli esotici (ara, conuri) e mediterranei (pellicani, cicogne, fenicotteri, avvoltoi capovaccaio estinti in natura), oltre a mammiferi e rettili. Per i palermitani, il parco è diventato una calamita affettiva: luogo della memoria infantile, molti cresciuti tra i voli dei pappagalli.

Il restauro moderno e la rinascita culturale

Negli ultimi anni, il parco ha visto grandi opere di riqualificazione: nuove fontane in marmo, aiuole curate, viali rifatti e recinzioni restaurate. Dal 2021, la gestione è affidata all’Istituto Sperimentale Zootecnico della Regione, che ha migliorato l’ospitalità, aggiungendo info point e percorsi didattici. Oggi il parco è aperto gratuitamente da martedì a domenica in fasce orarie ben definite . È diventato un polo culturale vivace, con iniziative come birdwatching, visite guidate ai giardini pensili, storytelling storico e letture per bambini, coinvolgendo scuole, famiglie, turisti e i palermitani curiosi.

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