Ad Agrigento, un simbolo millenario tra mito e fede: la leggenda delle cripte e del “camminamento segreto”

La Cattedrale di San Gerlando ad Agrigento: storia normanna, cripte segrete e leggende del patrono che ancora oggi protegge la città.

11 settembre 2025 18:00
Ad Agrigento, un simbolo millenario tra mito e fede: la leggenda delle cripte e del “camminamento segreto” - Foto: José Luiz Bernardes Ribeiro/Wikipedia
Foto: José Luiz Bernardes Ribeiro/Wikipedia
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Un simbolo millenario tra mito e fede

La Cattedrale di San Gerlando è molto più di un edificio religioso: è il cuore pulsante della memoria di Agrigento e della sua comunità. Costruita nel 1099 per volere del conte normanno Ruggero I d’Altavilla, la cattedrale venne innalzata su un’altura strategica, dove sorgevano precedenti strutture bizantine e arabe. Questa scelta non fu casuale: la posizione dominante permetteva alla chiesa di proteggere visivamente la città e la Valle dei Templi sottostante, divenendo simbolo di continuità tra il passato greco e la nuova cristianità normanna. Nel corso dei secoli l’edificio ha subito trasformazioni profonde: terremoti, restauri e ampliamenti hanno stratificato elementi normanni, gotici e barocchi, creando un unicum architettonico che ancora oggi incanta studiosi e visitatori.

L’interno custodisce tesori artistici di grande valore, come il coro ligneo intagliato, la cappella del Santissimo Sacramento e gli stucchi seicenteschi. Ma ciò che più affascina è la connessione diretta con il patrono cittadino, San Gerlando, vescovo che guidò la diocesi nei secoli bui successivi alla conquista normanna. Ancora oggi, durante la festa a lui dedicata, l’intera città si ferma: le campane suonano a distesa, le vie si riempiono di fiori e processioni, e il busto reliquiario del santo viene portato tra due ali di folla che invocano protezione per i raccolti e per la città stessa.

La leggenda delle cripte e del “camminamento segreto”

Sotto le navate della cattedrale si estende una rete di cripte sotterranee scavate nel tufo, un dedalo di cunicoli accessibili solo da piccole botole ben mimetizzate nel pavimento. Gli storici ritengono che queste cavità fossero destinate a custodire reliquie preziose e a servire da rifugio durante le incursioni saracene che minacciavano la città medievale. Alcune cronache ottocentesche riferiscono di esploratori che, penetrando in questi ambienti umidi e bui, trovarono ossa umane e frammenti di reliquari, confermando l’uso sepolcrale e sacro del luogo.

Una leggenda popolare, ancora oggi raccontata dagli anziani agrigentini, narra che il corpo incorrotto di San Gerlando sia custodito proprio in una di queste cripte, avvolto da un velo di seta e protetto da un sigillo ecclesiastico mai violato. Più suggestiva ancora è la teoria di alcuni speleologi: secondo loro, parte dei cunicoli si diramerebbe fino alle antiche mura di Akragas, fungendo da via di fuga segreta in caso di assedio. L’ipotesi è avvalorata dal ritrovamento di tratti murari in pietra grezza e dalla presenza di pozzi d’areazione che sembrano progettati per percorsi più lunghi di quanto si pensasse. Questo “camminamento fantasma” alimenta da decenni l’immaginario collettivo e rende la cattedrale non solo un luogo di culto, ma un enigma archeologico ancora irrisolto.

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