Origini medievali e radici arabonormanne, l'assurda storia di questo borgo palermitano
Scopri Partinico: borgo palermitano tra vino pregiato, rivolte contadine e panorami che raccontano secoli di storia siciliana.

Partinico, comune della città metropolitana di Palermo, sorge in un’area abitata sin dall’età classica ma assume centralità nel periodo arabo‑normanno. Il toponimo deriva probabilmente dall’arabo “Bartiniq”, legato a un antico insediamento agricolo. Nel XII secolo la zona divenne feudo normanno e vide la costruzione delle prime chiese rurali e torri di avvistamento. Con gli Aragonesi, Partinico entrò nel sistema feudale siciliano, mentre sotto i Borboni conobbe una rapida crescita agricola grazie alle fertili pianure e alle sorgenti che alimentavano mulini e vigneti. Questa ricchezza agricola segnerà nei secoli il destino del paese e il suo rapporto con la provincia di Palermo.
Città del vino e simbolo di resistenza contadina
Fin dal Settecento Partinico si afferma come centro vitivinicolo di rilievo, con vini robusti esportati anche oltre i confini dell’isola. L’Ottocento e il Novecento la vedono protagonista delle lotte contadine e delle rivendicazioni sociali: qui nacque Danilo Dolci, il “Gandhi” di Sicilia, che dagli anni ’50 guidò scioperi alla rovescia e battaglie per il diritto all’acqua e allo sviluppo del territorio. Le campagne partinicesi, fertili ma segnate da disuguaglianze, diventano così simbolo della lotta antimafia e per la giustizia sociale che coinvolse tutta la provincia di Palermo.
Patrimonio artistico e identità culturale
Oltre alla sua vocazione agricola, Partinico custodisce testimonianze artistiche e religiose: la Chiesa Madre di San Giuseppe (XVII secolo), la Chiesa di Santa Maria Annunziata e l’ex Convento dei Carmelitani, oggi sede di eventi culturali. Da non perdere la Fontana barocca di piazza Duomo e il vicino Lago Poma, invaso artificiale incorniciato da colline coltivate a vigneti e ulivi. Le feste tradizionali, come quella di San Giuseppe, con carri allegorici e tavolate di pane, rivelano l’anima profondamente popolare e conviviale dei partinicesi.