Un bacino artificiale che ha cambiato il territorio siciliano: è nato dall'uomo e nasconde storie incredibili
Il lago Dirillo, tra Licodia Eubea e Monterosso Almo, è un bacino artificiale che unisce natura, archeologia e suggestioni senza tempo.


Un bacino artificiale che ha cambiato il territorio
Il lago Dirillo, conosciuto anche come lago Ragoleto, si estende tra i territori di Licodia Eubea (provincia di Catania) e Monterosso Almo (provincia di Ragusa). Si tratta di un bacino artificiale creato nella seconda metà del Novecento con la costruzione di una diga sul fiume Dirillo, uno dei corsi d’acqua più importanti della Sicilia sud-orientale. L’obiettivo era duplice: garantire una riserva idrica per l’agricoltura e allo stesso tempo produrre energia idroelettrica.
La realizzazione del lago ha profondamente trasformato il paesaggio circostante, creando uno specchio d’acqua suggestivo incastonato tra colline e zone boschive. Col tempo, l’area è diventata anche un habitat per varie specie animali, soprattutto uccelli acquatici, trasformandosi in un punto di riferimento per chi ama la natura e il turismo rurale.
Storie antiche e nuove prospettive
Oltre alla funzione pratica, il lago Dirillo ha un forte legame con la storia. Lungo le sue sponde e nelle zone vicine sono stati rinvenuti reperti archeologici che testimoniano insediamenti antichi, segno che la valle del Dirillo era già abitata in epoca greca e romana. La presenza di acque e di terreni fertili ha reso quest’area un crocevia strategico, collegando l’entroterra con la costa sud-orientale dell’isola.
Oggi il lago non è solo un’opera ingegneristica, ma anche un luogo di svago. Le sue rive vengono frequentate per escursioni, picnic e attività di pesca sportiva. L’armonia tra paesaggio artificiale e natura spontanea lo ha reso uno degli angoli più suggestivi e meno conosciuti della Sicilia interna.