La stazione invisibile sotto Catania: un’opera moderna nata per un segreto movimento sotterraneo

Nel cuore di Catania si cela una stazione metropolitana sorprendente, con una storia e una curiosità che pochi conoscono davvero.

22 novembre 2025 21:00
La stazione invisibile sotto Catania: un’opera moderna nata per un segreto movimento sotterraneo - Foto: VincentLR/Wikipedia
Foto: VincentLR/Wikipedia
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Un sotterraneo che racconta una città in movimento

Nel centro di Catania, sotto la linea vitale di Viale Giovanni XXIII, esiste un luogo che pochi notano ma che ha trasformato la mobilità della città: la stazione Giovanni XXIII della metropolitana.

Inaugurata nel 2016, rappresenta una delle opere più simboliche del rinnovamento urbano della Catania moderna.
L’area in cui sorge era per decenni un punto di caos automobilistico, un nodo difficile da gestire tra la Stazione Centrale, il porto e il viale cittadino. La realizzazione della fermata ha significato scavare nel cuore vivo della città, sotto strati di asfalto e memoria, restituendo ai catanesi un punto d’accesso nuovo, rapido e sorprendentemente elegante.

La stazione si trova su un tratto sotterraneo della Ferrovia Circumetnea, la linea storica che da oltre un secolo gira attorno all’Etna. L’architettura della fermata colpisce per la sua razionalità pulita: ampi spazi, rivestimenti chiari, illuminazione diffusa, in netto contrasto con il caos di superficie.
Il progetto, realizzato con una visione contemporanea, ha integrato uscite pedonali, gallerie e scale mobili in modo da collegare direttamente il Viale Africa con le aree ferroviarie.

Il cuore della città che scende sottoterra

Ma la stazione Giovanni XXIII non è solo un’infrastruttura. È diventata un simbolo di come Catania vive su più livelli: quello della città visibile e quello che scorre sotto i piedi, invisibile ma essenziale.

Sotto il traffico e i palazzi, questo spazio sotterraneo raccoglie ogni giorno migliaia di persone che si spostano verso la zona centrale, in una coreografia silenziosa di binari, suoni metallici e luci artificiali.
Ogni fermata della metropolitana catanese è diversa, ma Giovanni XXIII custodisce un primato: è una delle più profonde e una delle prime ad avere accessi multipli integrati nel tessuto urbano, collegando idealmente il mare, la ferrovia e la città barocca.

Il suo nome non è casuale. Intitolata al “Papa buono”, evoca simbolicamente l’idea di un passaggio pacifico, un “attraversamento” sotto la città per collegare mondi diversi: il quartiere storico, la zona portuale e il flusso quotidiano dei pendolari.
Nel tempo, questa fermata è diventata un punto di equilibrio tra antico e moderno, tra la memoria sotterranea di Catania e la sua aspirazione a una mobilità europea.

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