Ad Adrano, un luogo dimenticato continua a raccontare storie che nessuno conosce
Ad Adrano, il Monastero di Santa Lucia custodisce secoli di storia, fede e isolamento. Un luogo reale che ancora oggi respira memoria.
Tra pietra e memoria
C’è un punto, ad Adrano, dove il tempo sembra essersi fermato. È lì che si trova il Monastero di Santa Lucia, un edificio che ha attraversato secoli di vita silenziosa e che ancora oggi conserva l’atmosfera austera dei luoghi dove il rumore del mondo non arriva.
Sorto in epoca medievale, il monastero nacque come piccolo convento femminile dedicato a Santa Lucia, la santa della luce e della vista, molto venerata in tutta la Sicilia. Le prime notizie risalgono al XVI secolo, quando le monache vi si ritiravano per condurre una vita fatta di preghiera, lavoro e regole severe.
Nel corso del tempo, la comunità crebbe e il complesso si ampliò. Le pareti di pietra lavica, scure e ruvide, raccontano ancora oggi quella quotidianità fatta di silenzi, di candele accese e di abiti monastici che passavano lenti lungo i corridoi.
Il respiro di un edificio sopravvissuto
Il Monastero di Santa Lucia ha visto passare terremoti, guerre e rivoluzioni, ma è rimasto al suo posto, come se la sua stessa struttura fosse legata alla roccia dell’Etna. Quando, nel corso dell’Ottocento, molti conventi vennero soppressi, anche qui arrivò l’eco dei cambiamenti. Le religiose furono costrette a lasciare le loro celle e il monastero visse anni di abbandono.
Oggi l’edificio è riconoscibile per la sua facciata semplice che si apre su un cortile interno.
Chi lo visita può ancora vedere le tracce della vita che vi scorreva: le piccole finestre, i pavimenti in pietra, l’antico chiostro. Tutto sembra sospeso, come se l’edificio avesse deciso di non dimenticare.