Il luogo antico di Palermo dove arte e fede hanno resistito a qualcosa di incredibile

Una piccola chiesa nel grande respiro della città

Nel dedalo di stradine che si diramano dal centro storico di Palermo, tra case antiche e botteghe, sorge la Chiesa di Sant’Alessandro dei Carbonai, un edificio che porta nel nome l’eredità di una delle più antiche confraternite cittadine. Costruita nel XVII secolo, fu eretta dalla Compagnia dei Carbonai, una congregazione composta in gran parte da artigiani e operai che lavoravano il carbone e il legno. La chiesa nacque come luogo di preghiera per questa comunità laboriosa, che nel tempo trovò nel piccolo edificio un punto di riferimento spirituale.

Col passare dei secoli, l’edificio subì restauri, chiusure e periodi di abbandono, ma rimase sempre nel cuore del quartiere. La sua architettura, sobria all’esterno ma ricca di armonia, racconta il modo in cui Palermo ha saputo unire semplicità e bellezza, anche nei luoghi meno conosciuti.

Dalla distruzione alla rinascita

Durante la Seconda guerra mondiale, i bombardamenti che colpirono Palermo provocarono gravi danni anche alla chiesa, distruggendone gran parte della copertura e compromettendo gli interni. Per decenni, la struttura rimase chiusa e dimenticata, finché, dopo un lungo e delicato intervento di restauro, venne riaperta al pubblico nel 2013.

Oggi Sant’Alessandro dei Carbonai è tornata a vivere, diventando sede di mostre, concerti e incontri culturali. Il suo interno, restaurato con grande rispetto per le linee originali, mantiene l’atmosfera raccolta di un tempo. L’altare, semplice e luminoso, è circondato da pareti che portano ancora i segni della storia: ferite di pietra che testimoniano la forza con cui Palermo ha saputo rinascere ogni volta.