Lampedusa onora le vittime del naufragio | È il momento di mettere da parte le divisioni e unirsi per l'umanità?
Marcia a Lampedusa per commemorare i 368 migranti morti nel 2013. Uniteci nel ricordare, proteggiamo le persone! 🌊🌹
Lampedusa in marcia per ricordare la strage dei 368 migranti: un momento di riflessione e impegno per la solidarietà
LAMPEDUSA – Oggi, l’isola ha vissuto una giornata intensa di commemorazione e solidarietà, con una marcia emozionante in memoria dei 368 migranti che persero la vita nel tragico naufragio del 3 ottobre 2013. Questa manifestazione, che ha preso il via verso la Porta d’Europa, è un forte richiamo alla coscienza collettiva, non solo per il ricordo di chi non c’è più, ma anche per la continua lotta per i diritti umani e l’accoglienza.
In testa al corteo sventolava lo striscione "Protect people not borders", simbolo di una richiesta urgente di attenzione e umanità nei confronti di chi cerca protezione e sicurezza. Ai lati, i familiari delle vittime e i sopravvissuti, accompagnati da figure istituzionali come il presidente del Comitato 3 ottobre, Tareke Brhane, e il sindaco di Lampedusa, Filippo Mannino, che hanno preso parte attivamente all’evento, imprimendo un valore ancora più profondo alla commemorazione.
La presenza di studenti degli istituti romani Poggiali Spizzichino e Octavia, che accompagnano i loro coetanei provenienti da diverse scuole italiane ed europee, è un ulteriore segno dello sforzo di educare le giovani generazioni sull’importanza della memoria storica e della tolleranza. "Qui si tocca con mano la morte e la vita insieme. Non si può rimanere indifferenti," ha dichiarato il sindaco Mannino, sottolineando l’urgenza di non perdere l’umanità in un mondo che sembra a volte dimenticarsi del valore della vita.
La commemorazione si è conclusa con la tradizionale deposizione di una corona di fiori in mare, un gesto simbolico che rappresenta non solo il ricordo delle vittime, ma anche un appello alla comunità internazionale affinché non ignorino il dramma delle migrazioni e delle persone costrette a lasciare le loro terre in cerca di un futuro migliore.
Questa marcia non è solo un momento di ricordo, ma anche un’invocazione a costruire un mondo più giusto, dove le persone siano priorità e non facciano i conti con le frontiere che dividono. La speranza espressa da tutti i partecipanti è che, attraverso l’educazione, la consapevolezza e la solidarietà, si possano evitare tragedie simili in futuro e si possano creare ponti di umanità e accoglienza.